
News tv. Michele Placido torna su Rai 1 con una nuova miniserie: di che si tratta – C’è un ritorno importante dietro la macchina da presa di Rai Fiction. Dopo anni di successi come attore e regista, Michele Placido è pronto a firmare un nuovo progetto che unisce cinema, memoria e impegno civile. Le riprese sono iniziate lo scorso 29 settembre e lo vedono di nuovo in Sicilia, tra le terre bruciate dal sole e dalla mafia, dove si è consumata una delle pagine più dolorose della storia giudiziaria italiana.

Michele Placido torna su Rai 1 con una nuova miniserie: riprese iniziate
La miniserie, intitolata “Il giudice e i suoi assassini”, porterà sul piccolo schermo la vita di Rosario Livatino, il giovane magistrato di Agrigento che negli anni ’80 sfidò a viso aperto il sistema mafioso, pagando con la vita il suo coraggio. Una figura limpida, simbolo di integrità e fede, che Papa Giovanni Paolo II definì “martire della giustizia e della fede”. Placido torna così al racconto civile, quello che lo ha sempre appassionato, dalle storie di eroi silenziosi ai ritratti di uomini che hanno creduto nella legge anche quando significava affrontare la morte.


Il progetto Rai: tra giustizia, fede e memoria
“Dopo tanti anni torno a lavorare per Rai Fiction, per la prima volta da regista, con questa miniserie che rappresenta un progetto unico”, ha dichiarato Placido in una nota ufficiale. “Non solo perché racconta una pagina fondamentale del nostro Paese, ma perché rievoca ideali e argomenti di integrità morale”. Il regista e attore foggiano, che il pubblico ricorda per ruoli iconici come Corrado Cattani in La Piovra, dirige una produzione che unisce realismo e spiritualità, con l’obiettivo di restituire la forza morale e la solitudine di chi sceglie la strada più difficile: quella della legalità in tempi di corruzione e paura.
Scritto da Angelo Pasquini e Fidel Signorini, Il giudice e i suoi assassini ripercorre le tappe principali della vita di Rosario Livatino: un magistrato riservato, rigoroso, animato da una profonda fede cattolica e da un senso quasi religioso del dovere. Negli anni Ottanta, in un contesto di violenza e connivenze, Livatino indaga su appalti truccati, tangenti, traffici illeciti. Le sue inchieste disturbano equilibri pericolosi, fino a renderlo un bersaglio. Il 21 settembre 1990, a soli 38 anni, viene assassinato lungo la statale tra Canicattì e Agrigento da sicari della Stidda. La miniserie non si limiterà a ricostruire il delitto, ma entrerà nella psicologia dei suoi assassini, nelle paure, nelle motivazioni e nelle ombre di un periodo in cui la mafia non era solo un potere criminale, ma una cultura diffusa.
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