
News Tv. La nuova puntata di Report, nonostante una diffida ufficiale, ha riacceso il dibattito sul ruolo e sull’imparzialità del Garante della Privacy. Al centro dell’inchiesta, la sanzione da 150 mila euro inflitta alla trasmissione di Rai 3 per la diffusione di un audio privato riguardante l’ex ministro Gennaro Sangiuliano. L’attenzione di Sigfrido Ranucci si è concentrata in particolare sulla figura di Agostino Ghiglia, membro dell’Autorità, e su alcuni suoi spostamenti e contatti politici nei giorni decisivi della delibera. Una ricostruzione che alimenta interrogativi sul rapporto tra potere politico e organismi di garanzia.
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Il nodo della multa a Report e la contestazione di Ghiglia
Il caso nasce dalla multa inflitta a Report per aver diffuso la telefonata tra l’ex ministro Sangiuliano e la moglie Federica Corsini. Secondo Agostino Ghiglia, ci sarebbe stata una “illegittima acquisizione di dati personali tramite violazione di corrispondenza privata”. Il membro del Garante, poche ore prima della messa in onda dell’inchiesta, ha inviato una diffida chiedendo di non trasmettere il servizio.
Ranucci ha però deciso di procedere, contestando non il merito della sanzione, ma il processo decisionale che l’ha preceduta, definendolo poco trasparente e potenzialmente condizionato da rapporti politici.

L’incontro con Fratelli d’Italia e il cambio di posizione sulla sanzione
Il servizio ricostruisce le giornate tra il 21 e il 23 ottobre. Il 21 ottobre, Ghiglia avrebbe comunicato ai propri uffici: “Domani vado da Arianna Meloni”. Il giorno seguente, secondo Report, si sarebbe recato con un’auto di servizio nella sede di Fratelli d’Italia, mentre la discussione sulla sanzione era ancora in corso. In una prima fase, Ghiglia risultava favorevole a un semplice ammonimento. Il 23 ottobre, però, il Garante approva la multa da 150 mila euro.
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