
Roberto Benigni e l’ingresso a “Che tempo che fa”: accade l’impensabile (VIDEO) – Una standing ovation lunghissima ha accolto Roberto Benigni nello studio di Che Tempo Che Fa. Bastano pochi secondi, il tempo di varcare la soglia, e l’atmosfera cambia completamente. Il pubblico si alza in piedi, l’applauso cresce, diventa quasi incontenibile. Benigni sorride, si guarda intorno, sembra travolto dall’affetto. «Sono corso come un bambino fuori dalla macchina», scherza, ma l’emozione è autentica. Ospite del programma di Fabio Fazio, l’attore e regista premio Oscar è stato protagonista di una lunga intervista, la prima nel celebre salotto televisivo. Un incontro atteso, che ha unito leggerezza e profondità, comicità e pensiero civile, confermando ancora una volta la capacità di Benigni di tenere insieme intrattenimento e riflessione.

Roberto Benigni e l’ingresso a “Che tempo che fa”: accade l’impensabile (VIDEO)
Al centro della serata, il suo ultimo lavoro: “Pietro. Un uomo nel vento”, uno spettacolo dedicato alla figura di San Pietro che ha conquistato pubblico e critica. Benigni ne parla con entusiasmo, ma anche con pudore, come se la grande risonanza del progetto lo sorprendesse ancora. Il racconto si fa più intenso quando ricorda una proiezione privata davvero speciale: quella avvenuta in Vaticano. Un momento che l’attore descrive come unico, quasi sospeso nel tempo, segnato dall’incontro con il Pontefice. «Arriva il Papa vestito da Papa, l’ho visto come gli angeli», racconta. «Ha un’aura enorme, ma è semplice, gentile». Un’immagine che restituisce tutta la forza simbolica dell’evento.

L’incontro con papa Leone XIV
Il dialogo con il Papa Leone XIV è uno dei passaggi più emozionanti dell’intervista. Benigni racconta che il Pontefice gli ha confidato di considerare “La vita è bella” uno dei suoi film preferiti. Una rivelazione accolta con ironia e affetto, a cui l’attore ha risposto con una delle sue battute fulminanti: «Gli ho detto che era uno dei miei quattro papi preferiti».
Tra sorrisi e rispetto, emerge il ritratto di un incontro autentico, privo di formalismi, in cui arte, spiritualità e umanità si sono intrecciate senza sforzo. Un momento che Benigni custodisce come un regalo inatteso, capace di dare un senso ancora più profondo al suo lavoro.
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