La pace come fondamento dell’identità europea
L’attore ha poi sottolineato il valore fondante dell’Europa: la pace. “Abbiamo vissuto 80 anni di pace, il periodo più lungo dai tempi della guerra di Troia”, ha ricordato, evocando anche i rischi dei dazi e del protezionismo: “I dazi sono portatori di guerra, sempre. Basta leggere mezzo libro di storia”. In un passaggio denso di significato, ha citato il Manifesto di Ventotene e le sue origini clandestine, ricordando come Spinelli, Rossi e Colorni riuscirono a farlo uscire dall’isola nascosto dentro un pollo arrosto. Un aneddoto che Benigni ha usato per mostrare la potenza delle idee, anche in tempi di censura. Poi Roberto Benigni ha fatto una battuta a Vespa, rievocando il contratto con gli italiani firmato da Berlusconi.
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L’ironia sul tavolo di ciliegio e l’ombra di Berlusconi
Il momento più iconico dell’intervista arriva sul finale, quando Benigni rievoca un simbolo della televisione politica italiana: “Voglio il suo tavolo di ciliegio, quello famoso, quello del contratto con gli italiani”, ha detto rivolgendosi a Bruno Vespa. Quest’ultimo ha accolto lo scherzo con sportività: “Facciamo finta che questo sia quel tavolo”. E Benigni ha firmato idealmente il suo libro, aggiungendo: “Se acquistate questo libro, vi do un milione di posti di lavoro, abbasso le tasse…”. Un riferimento diretto al famoso contratto siglato da Silvio Berlusconi nel 2001, nel salotto di Porta a Porta, cinque giorni prima delle elezioni politiche. In pochi minuti, Roberto Benigni ha saputo unire satira, storia e politica, lasciando il segno con il suo stile unico. “L’Europa è il nostro unico sogno di pace, benessere, felicità. Ci invidiano tutti”, ha concluso. Per vedere l’intervista completa, clicca qui.
