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Sondaggi a Porta a Porta, effetto Avs: é uno sfacelo. I numeri sono chiari

News TV. L’atmosfera era di quelle cariche di tensione. Quando Bruno Vespa ha annunciato che durante l’ultima puntata di Porta a Porta sarebbero stati diffusi i nuovi sondaggi politici dell’Istituto Noto, molti osservatori si aspettavano una conferma degli equilibri precedenti. Ma ciò che è apparso sullo schermo ha scatenato reazioni immediate tra i partiti e nei corridoi della politica romana. I numeri, stavolta, parlano chiaro: l’effetto Avs è stato un vero terremoto, e non in senso positivo.

Mentre Fratelli d’Italia si conferma saldamente in testa, la sinistra alternativa incassa una battuta d’arresto pesante. Gli analisti già parlano di “fine dell’onda verde-rossa” che solo pochi mesi fa sembrava in crescita. Ma dietro le percentuali, si nasconde molto di più: il messaggio degli elettori è chiaro, e per alcuni partiti si profila un autunno complicato.

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Fratelli d’Italia e Pd, il duello resta aperto

Secondo la rilevazione trasmessa in esclusiva su Rai 1, Fratelli d’Italia resta stabile al 30%, mantenendo così la leadership del centrodestra e consolidando il consenso attorno a Giorgia Meloni. Il Partito Democratico, invece, segna un piccolo ma significativo passo avanti, raggiungendo il 22,5% (+0,5 rispetto alla scorsa rilevazione). Segno che il partito guidato da Elly Schlein sta riuscendo, almeno in parte, a intercettare un elettorato più ampio, anche grazie alle battaglie su lavoro e diritti civili.

Dietro i due grandi blocchi, il Movimento 5 Stelle risale leggermente al 12,5% (+0,5), segnale che la linea di Giuseppe Conte, tra opposizione dura e ricerca di un profilo più identitario, sta dando piccoli frutti. Tuttavia, il distacco dal Pd resta ampio, e la competizione interna al fronte progressista continua a penalizzare la compattezza dell’opposizione.

Centrodestra in crescita, la Lega arretra

Se il quadro generale resta dominato da Meloni, all’interno della coalizione non tutto è rose e fiori. Forza Italia sale al 9% (+0,5), probabilmente grazie all’azione più incisiva di Antonio Tajani, oggi anche vicepremier e sempre più figura di equilibrio nel governo. Diversa, invece, la situazione per la Lega, che scivola all’8,5% (-0,5), un dato che conferma le difficoltà del partito di Matteo Salvini, sempre più stretto tra la linea governativa e la concorrenza interna.

Con l’ingresso dell’Udc, stabile all’1,5%, e il contributo di Noi Moderati, anche questi fermi all’1,5%, il centrodestra complessivamente tocca quota 50,5%, guadagnando un punto e mezzo rispetto all’ultima rilevazione. Un risultato che, a conti fatti, certifica un vantaggio netto sul campo largo.

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