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Svelata l’identità del padre di Diana, la bimba morta di stenti

Un altro tassello si aggiunge al caso della piccola Diana, la ragazzina morta di stenti in Lombardia. Svelata l’identità del padre della bimba: si tratterebbe di un piccolo imprenditore di Ponte Lambro, che vive vicino alla casa dove Diana è stata abbandonata e ritrovata senza vita dopo una settimana. Intanto Alessia Pifferi, la madre della piccola, indagata per omicidio volontario aggravato, dovrà rispondere anche dell’accusa di maltrattamenti. (continua a leggere dopo le foto)

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Svelata l’identità del padre di Diana, la bimba morta di stenti

Scoperta l’identità misteriosa del padre della piccola Diana. È un piccolo imprenditore di Ponte Lambro, estrema periferia est di Milano. Pare che prima della tragedia Alessia Pifferi avesse intenzione di chiedere all’uomo il riconoscimento della figlia, per ottenere l’assegno di mantenimento. Lui sarebbe infatti un professionista abbastanza facoltoso: un sostegno economico prezioso per una donna che sognava di vivere “da star della televisione”, senza avere un lavoro. Stando ai principali media italiani la Pifferi campava con i soldi inviati dalla madre in Calabria. (continua a leggere dopo le foto)

È un imprenditore molto noto in zona

Il padre di Diana ha dunque un nome e un cognome, a differenza di quello che sosteneva Alessia Pifferi. Alle forze dell’ordine la 37enne ha sempre dichiarato di non conoscerne l’identità. Un’altra bugia, anche questa raccontata con il fine di proteggere quella nuova relazione con l’elettricista di Leffe. Questi ha detto ai carabinieri di essere era venuto al corrente dell’esistenza di Diana solamente nel momento in cui era nata: “Non mi aveva detto di essere incinta. Avevo ovviamente dei sospetti, per la pancia e per l’assenza del ciclo mestruale. Ma lei negava, negava di continuo”. (continua a leggere dopo le foto)

Diana, la madre Alessia Pifferi resta in carcere

Intanto spuntano nuove accuse nei confronti di Alessia Pifferi, detenuta in carcere a San Vittore e indagata per l’omicidio volontario aggravato della figlia Diana. Sul tavolo anche l’accusa di maltrattamenti gravi pregressi alla morte della piccola e abbandono di minore. La donna era infatti solita lasciare sola la figlia in casa. Le indagini vanno avanti: le forze dell’ordine sono in attesa dell’esito dell’esame tossicologico che accerterà se nel biberon lasciato di fianco alla figlia di 18 mesi ci fossero tracce di benzodiazepine. Leggi anche l’articolo —> Alessia Pifferi, ecco cos’ha scritto prima di uccidere la figlia Diana: il dettaglio inquietante

 

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