Harris Yulin, la seconda giovinezza con le serie tv
Negli ultimi anni aveva conquistato una nuova generazione di fan grazie alle sue apparizioni in serie di culto. In Ozark, vestiva i panni del burbero ma affascinante Buddy Dieker, vicino di casa e alleato imprevisto della famiglia Byrde. In Unbreakable Kimmy Schmidt, comedy firmata da Tina Fey, era il padre eccentrico del personaggio di David Cross. Ma c’è anche chi lo ricorda per i suoi ruoli iconici in Frasier – per cui fu candidato agli Emmy nel 1996 – in Buffy l’ammazzavampiri, 24, The X-Files e persino Star Trek: Deep Space Nine. Insomma, un attore capace di attraversare ogni genere, ogni epoca e ogni universo narrativo, lasciando sempre il segno.

Dal debutto accanto a Stacy Keach ai cult degli anni Ottanta
Il debutto al cinema avvenne nel 1970, accanto a Stacy Keach in End of the Road. L’anno dopo fu Wyatt Earp in Doc, sempre al fianco di Keach. Da lì in poi, Harris Yulin divenne una presenza fissa nei migliori thriller e drammi americani: L’uomo di mezzanotte (1974), Bersaglio di notte (1975) di Arthur Penn, Fatal Beauty (1987) di Tom Holland. In The Believers – I credenti del male (1987) di John Schlesinger e Vivere nel terrore (1988), Yulin mostrò tutta la sua versatilità. In Ghostbusters II (1989), invece, tirò fuori una sorprendente vena comica, dimostrando che dietro lo sguardo severo si nascondeva anche un certo gusto per il paradosso. Mai sazio di nuove sfide, si stava preparando a iniziare le riprese di una nuova serie, American Classic, diretta da Michael Hoffman e con protagonisti Kevin Kline e Laura Linney. “Harris Yulin era molto semplicemente uno dei più grandi artisti che io abbia mai incontrato”, ha dichiarato il regista con commozione. Un talento pronto a rimettersi in gioco fino all’ultimo.

Una vita tra teatro, cinema e amore quella di Harris Yulin
Lontano dai riflettori, Yulin era stato sposato con l’attrice Gwen Welles, vista in Nashville, fino alla sua morte nel 1993. Nel 2005 aveva sposato la collega Kristen Lowman, anche lei attrice, che gli è rimasta accanto fino alla fine. Harris Yulin lascia un’eredità artistica immensa, fatta di ruoli intensi, sguardi indimenticabili e una carriera che è un’enciclopedia vivente del cinema americano. Non era una star da copertina, ma ogni volta che appariva sullo schermo era impossibile ignorarlo. Un gigante discreto, e proprio per questo indimenticabile.