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Beatrice Luzzi, la psicologa rompe il silenzio dopo il lutto che l’ha colpita

Beatrice Luzzi, la psicologa rompe il silenzio dopo il lutto che l’ha colpita mentre era nella Casa

La psicologa Ilaria Squaiella ha spiegato che da una parte è vero che alcune persone non sanno come reagire davanti al dolore: “Non riescono a trovare le parole e si sentono bloccati nell’espressione del proprio vissuto emotivo. Altri temono la morte e gli addii a tal punto che, quando vedono qualcuno a loro vicino soffrire per questi motivi, fuggono a gambe levate”. Per lei però non è questo il caso dei concorrenti del “Grande Fratello”: “Molti concorrenti hanno mostrato una totale indifferenza di fronte a questa vicenda, come se la cosa non solo non li toccasse da vicino, ma non li riguardasse affatto. Viene spontaneo ricordare ciò che accadde nell’edizione 2021 del Gf Vip, quando Dayane Mello ricevette la notizia della scomparsa di suo fratello. La reazione della Casa fu totalmente diversa, quasi opposta. I concorrenti rimasero fortemente turbati e si strinsero intorno alla modella brasiliana”. (continua a leggere dopo le foto)

Perché tanta indifferenza da parte di alcuni concorrenti?

Tirando in ballo il Covid, che non ci ha reso affatto migliori, la psicologa ha dichiarato al settimanale «Chi»: “Le conseguenze della pandemia sono state ben altre. Si è fortemente accentuato l’individualismo, che in moltissimi casi si traduce in egoismo: ‘Penso per me, ai miei bisogni, alle mie esigenze’. Gli altri non solo passano in secondo piano, ma spesso non sono neanche contemplati, come se fossero trasparenti”. L’esperta ha poi rimarcato: “Contemporaneamente si è creata una anestesia emotiva, una sorta di distacco dai sentimenti altrui, dalle sensazioni e dai vissuti, soprattutto negativi”. (continua a leggere dopo le foto)

Le conclusioni della dott.ssa Squaiella intervista da “Chi”

La dott.ssa Squaiella ha concluso il suo ragionamento dicendo: “Molti partecipanti di questa edizione sembrano essere guidati dai propri bisogni che cercano di soddisfare senza tener troppo conto della presenza dei compagni. Una logica lontana dal mondo adulto e più tipica dell’infanzia, quando il bambino vive una fase di totale egocentrismo nella quale pensa solo a soddisfare i propri desideri ed esigenze. L’aspetto positivo di tutta la vicenda è un forte invito a riflettere e a spostare lo sguardo da noi stessi all’altro”. E voi che pensate?

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