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Chiara Ferragni nei guai, scoppia la bufera sul suo pandoro: cos’è successo

Perché le società di Chiara Ferragni sono state multate

“Le suddette società hanno fatto intendere ai consumatori che acquistando il pandoro ‘griffato’ Ferragni avrebbero contribuito a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino. La donazione, di 50 mila euro, era stata invece già effettuata dalla sola Balocco mesi prima. Le società riconducibili a Chiara Ferragni hanno incassato dall’iniziativa oltre 1 milione di euro”, spiega l’Antitrust come riporta l’Ansa. Insomma, Balocca aveva versato la somma di 50mila euro all’ospedale e non una somma derivante dalla vendita dei pandori. Le società della Ferragni invece non hanno versato alcuna somma all’ospedale. Questo, secondo l’Antitrust, sarebbe un inganno vero e proprio per il consumatore. (Continua dopo le foto)

Sembrava infatti che il prezzo esagerato del pandoro fosse giustificato dal fatto che in parte sarebbe stato devoluto all’ospedale, almeno questo è quanto avrebbero creduto i tanti consumatori che lo hanno acquistato. In realtà le società avevano già deciso la somma da versare all’ospedale. Intanto invece, le società della Ferragni hanno guadagnato dalla vendita dei pandori oltre 1 milione di euro senza versare nulla all’ospedale Regina Margherita di Torino.

“Sequestri conti”: Chiara Ferragni, arriva la denuncia del Codacons

E non è finita qui. Perché ad aggravare ulteriormente la faccenda per Chiara Ferragni c’è pure una denuncia, presentata dall’associazione dei consumatori Codacons. Nella nota diffusa da Codacons si legge: “Chiara Ferragni sarà chiamata a rispondere del possibile reato di truffa aggravata, con la richiesta di porre sotto sequestro i conti delle sue società a tutela delle azioni di rivalsa da parte dei consumatori che hanno acquistato il pandoro ‘griffato'”. L’associazione comunica che lunedì 18 dicembre presenterà “un esposto a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia affinché valutino l’apertura di una indagine per possibili profili penali a seguito della sanzione inflitta dall’Antitrust”.

Ma non è finita qui, perché il Codacons si è spinto anche oltre condannando la vicenda come “eticamente scorretta” e infine concludendo con la richiesta di intervento della Guardia di Finanza. “Riteniamo gravissimo sfruttare un tema delicato come i bambini malati di cancro e la beneficenza per attività commerciali tese unicamente a determinare guadagni per società private. Una campagna, quella di Balocco e Ferragni, che potrebbe aver ingannato la buona fede dei consumatori, modificando le loro scelte economiche e portandoli a spendere soldi nell’errata convinzione che il ricavato delle vendite sarebbe andato a una struttura sanitaria”, si legge nel comunicato dell’associazione dei consumatori che in conclusione chiede alla Guardia di Finanza di “sequestrare i conti delle società di Chiara Ferragni allo scopo di garantire le azioni di rivalsa dei consumatori che hanno acquistato il pandoro incriminato, consumatori che, in presenza di scontrini o documentazione attestante l’acquisto, possono avvalersi dell’associazione dei consumatori (inviando una mail all’indirizzo [email protected] ) per intentare causa all’influencer”.

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