Personaggi Tv. Fabrizio Frizzi, la storia di Valeria Favorito: la ragazza a cui donò il midollo. Frizzi è stato un conduttore televisivo italiano. Ispirandosi a Corrado, nella sua carriera ha condotto quiz, varietà e talent show come Miss Italia, Europa Europa, I fatti vostri, Scommettiamo che…?, Luna Park, Domenica in, Per tutta la vita…?, Cominciamo bene, Soliti ignoti e L’eredità. Considerato fin dagli anni ottanta uno dei principali presentatori della Rai, è stato insieme a Pippo Baudo il conduttore con più trasmissioni all’attivo. È stato occasionalmente attore e soprattutto doppiatore: sua è la voce dello Sceriffo Woody nei primi tre film della saga di Toy Story. Il 26 Marzo 2018 è morto dopo una lunga malattia. Oggi, però, vi raccontiamo la storia di Valeria, la quale grazie al conduttore ha potuto continuare a vivere. (Continua a leggere dopo la foto)
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Fabrizio Frizzi, la storia di Valeria Favorito: la ragazza a cui donò il midollo
Le strade di Valeria Favorito e Fabrizio Frizzi si sono incrociate nel 2000 purtroppo in circostanze difficili. Valeria aveva solo 11 anni quando ha ricevuto il midollo del noto conduttore, che le ha letteralmente salvato la vita. La ragazza ora è diventata una donna e ha parlato di questa sua esperienza in una lunga intervista a Fanpage: “La mia esistenza è stata stravolta. Mia mamma doveva badare a me in ospedale, nonostante ci fossero mio fratello e sorella piccolini a casa. I miei nonni sono saliti apposta dalla Sicilia per aiutare i miei genitori. Amavo andare a scuola e studiare, non avrei potuto farlo per un bel po’. I medici dicevano che non c’era nulla da fare, che avevo pochi giorni di vita. […] L’unica ancora di salvezza era il trapianto di midollo osseo ed era urgente trovarlo […]”. Poi è arrivato il miracolo. (Continua a leggere dopo la foto)
Il 21 maggio del 2000 il conduttore entra nella tua vita
Trovare un donatore compatibile non è facile, eppure Valeria Favorito grazie a Fabrizio Frizzi è riuscita a sopravvivere: “Era stato trovato, a livello internazionale, l’unico donatore compatibile con me, ma si continuava a rinviare la data dell’intervento, fino al 21 maggio. L’ematologo chiamò l’ospedale di Roma, dicendo che avevo pochi giorni di vita. La donazione è stata fatta poco dopo, per la legge della privacy non sapevo nulla tranne che era un uomo, aveva 41 anni e viveva a Roma. A me bastava così, sarei stata grata tutta la vita a quel donatore. A tre anni dal trapianto sentivo il desiderio di ringraziare il mio donatore. Per una legge del 2003 non potevo avere i suoi dati, ma potevo mandargli una lettera anonima. Ho ricevuto una lettera di risposta, era scritta al computer. La firma era cancellata, mi accorsi che si riusciva a leggere il nome e ho avuto la conferma che era Fabrizio”.
I due poi, nonostante le leggi sulla privacy, sono riusciti a incontrarsi: “Nel 2006 si è tenuta a Verona, nella mia città, La partita del cuore, condotta da Fabrizio. Ho girato tutti gli hotel e i ristoranti, senza trovarlo. Sono andata allo stadio, volevo conoscerlo. Per un suo ritardo non sono riuscito ad incrociarlo. Finita la partita mi sono avvicinata ai cancelli e mi hanno fatta entrare a bordo campo. Lì ci siamo salutati, gli ho detto il mio nome e cognome e mi ha riconosciuta subito. Ci siamo abbracciati. È stato il giorno più bello della mia vita“.
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