
Personaggi Tv. Il suo sorriso televisivo ha fatto compagnia a milioni di spettatori, ma dietro l’immagine pubblica si nasconde una battaglia silenziosa. Ida Platano, storica protagonista di Uomini e Donne, ha deciso di raccontare pubblicamente una parte dolorosa e poco conosciuta della sua vita. Un racconto che, tra dolori fisici e rinunce quotidiane, accende i riflettori su una patologia ancora troppo ignorata, soprattutto tra le donne: il lipedema.
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Ida Platano, da Uomini e Donne al cuore dei social
La storia di Ida Platano è nota al pubblico di Uomini e Donne, dove si è fatta conoscere per la sua sensibilità, tenacia e autenticità. Parrucchiera bresciana di origini siciliane, ha conquistato l’affetto del pubblico durante il suo lungo percorso nel programma, tra relazioni tormentate, ritorni di fiamma e momenti di grande emozione. Ma dietro la sua esposizione televisiva, Ida ha combattuto in silenzio una battaglia invisibile, convivendo con un dolore che solo oggi ha deciso di condividere.
Ora è diventata un punto di riferimento sui social, dove conta centinaia di migliaia di follower e dove, proprio di recente, ha lanciato una notizia bomba e inattesa: la sua convivenza con il lipedema, una rivelazione che ha lasciato spiazzati molti dei suoi fan. “Mi sento finalmente libera di parlarne”, ha confessato, aprendo un fronte di confronto con tante donne che si sono riconosciute nel suo racconto.
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Lipedema: la parola chiave nella vita di Ida Platano
Il termine lipedema è ormai entrato nel vocabolario di Ida Platano, ma non senza fatica. Solo dopo una lunga serie di visite specialistiche – “Ovviamente ho fatto delle visite, sono stata dall’angiologo, dal flebologo e anche dal chirurgo plastico”, ha dichiarato – la diagnosi è arrivata. E con essa, la consapevolezza di convivere con una malattia cronica che colpisce soprattutto le donne, spesso confusa con la semplice obesità o con la ritenzione idrica. “Ogni anno ho sempre fatto l’ecodoppler e da lì mi hanno detto di questa patologia cronica, e che ci sono delle cure”, ha aggiunto, spiegando come i primi sintomi fossero già presenti sin dall’adolescenza.
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