
Lutto nello spettacolo italiano, l’hanno trovato morto in casa – È stato trovato morto nella propria abitazione il famosissimo produttore e attore. Da diversi giorni amici e colleghi non riuscivano a contattarlo: il suo telefono risultava irraggiungibile. Secondo le prime ricostruzioni, il decesso sarebbe avvenuto a causa di un malore improvviso, risalente con ogni probabilità alla giornata di domenica. La notizia si è rapidamente diffusa sui social, suscitando profondo cordoglio tra coloro che lo conoscevano sia in ambito professionale che personale.

Lutto nello spettacolo italiano, l’hanno trovato morto in casa
È stato rinvenuto privo di vita nella propria abitazione romana Claudio Vecchio, noto produttore e attore del panorama cinematografico italiano. Numerosi i messaggi di ricordo e affetto nei confronti di Claudio Vecchio. La produttrice Laurentina Guidotti ha scritto su Facebook: “Era intelligente, ironico, burberamente dolce, instancabile, con una qualità rara nel nostro mondo, la moralità”. Il giornalista Michele Anselmi ha rilanciato la notizia, evidenziando come la sua scomparsa lasci “interdetti, spezzati” e sottolineando la dedizione e l’intensità con cui Vecchio ha attraversato il settore cinematografico italiano. Originario di Caserta e già avvocato, Vecchio aveva scelto di abbandonare la professione forense per intraprendere la carriera nel cinema, ricoprendo negli anni il ruolo di organizzatore, produttore e attore.


Collaborazioni e ruoli di rilievo nella carriera di Claudio Vecchio
Nel corso della sua carriera, Vecchio ha lavorato con registi quali Gianni Amelio, Mario Martone, Pappi Corsicato e Stefano Incerti. Tra le sue produzioni si annovera “Volevo solo dormirle addosso” di Eugenio Cappuccio, con Giorgio Pasotti e Cristiana Capotondi. Il film “Lamerica” di Gianni Amelio, secondo Anselmi, ha rappresentato un punto di svolta personale e professionale per Vecchio. Nonostante abbia affrontato momenti difficili nella professione, ha mantenuto uno stile inconfondibile, contraddistinto da ironia e disincanto, guadagnandosi il rispetto di colleghi e collaboratori. Anselmi lo ricorda come una persona dallo “sguardo che portava sempre un lampo di intelligenza misto a sfottò”, con una “saggia malinconia” che ne ha definito il carattere.
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