
Personaggi Tv. C’è una frase che Claudio Amendola lascia cadere con naturalezza in un’intervista a Fanpage: qualcuno lo ha “salvato” in uno dei momenti più difficili della sua vita. Ma il racconto non parte da lì. Parte dalla memoria, dall’orgoglio di un attore che non ha mai avuto paura di sporcarsi le mani, dalla televisione che molti snobbano ma che a lui ha dato identità, dalle radici familiari che continuano a farlo camminare a testa alta. Ora Amendola torna su Canale 5 con la seconda stagione de Il Patriarca, serie di cui è protagonista e regista. E con la schiettezza di sempre, svela perché non ha mai smesso di credere in se stesso — e negli altri.
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Claudio Amendola e la famiglia: radici forti
In questa intervista, per la prima volta dopo molto tempo, Claudio Amendola si toglie i veli: si mostra fragile, umano, raccontando retroscena della sua lunga carriera e della sua vita privata, fatta di successi e soddisfazioni ma anche di cadute, momenti bui, dipendenze e sfide personali che hanno richiesto carattere, sostegno e grande forza interiore per rialzarsi.
Nato dall’unione di due voci che hanno fatto la storia del doppiaggio italiano, Ferruccio Amendola e Rita Savagnone, Claudio riconosce a sua madre il ruolo di prima “talent scout” della sua vita. È lei che lo spinge al provino per Storia d’amore e d’amicizia:
“Per sfinimento le ho detto ‘va bene mà, ci vado’. Ed eccomi qua”.
Di sua madre, celebrata anche nell’autobiografia “Ma non dovevate andà a Londra?”, dice di aver ereditato soprattutto il coraggio del pensiero libero:
“Mamma mi ha insegnato ad essere un uomo libero”.
Dal padre, invece, sono arrivati i valori più concreti del mestiere:
“La puntualità e il fatto che ci sono 70, 80 persone che lavorano per il bel faccione tuo”.
Il rispetto, dunque. Sempre.
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La carriera tra cinema e Tv: niente snobismo
Oggi Amendola torna a essere Nemo Bandera ne Il Patriarca, un personaggio che oscilla tra ferocia e vulnerabilità, segnato dalla malattia:
“Essere debole per un personaggio come Nemo è un passaggio complicato”.
E sulla scelta di lavorare molto in televisione, l’attore è perentorio:
“Me ne sono sempre fregato di questa roba”.
Lo snobismo verso la tv? Per lui solo un’antica ipocrisia. A chi guarda dall’alto prodotti amatissimi dal grande pubblico, ricorda con ironia come poi siano gli stessi a correre verso la fiction quando il cinema va in crisi.
Intanto, il 2025 segnerà anche il ritorno de I Cesaroni:
“È insidioso, sì. Ma non ne ho paura”.
Un nuovo capitolo con il cast storico maschile, ritrovando — assicura — quello “spirito Cesaroni” che ha fatto epoca.
C’è una confessione in particolare che ha avuto grande risalto nell’intervista di Fanpage a Claudio Amendola: riguarda un periodo particolarmente buio della sua vita, quando un appiglio inaspettato gli ha permesso di superare dolore e crisi.
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