
Ornella Vanoni, lo faceva sempre a mezzanotte, ecco cosa: il ricordo dei vicini – Ornella Vanoni si è spenta a 91 anni nella sua abitazione milanese, un appartamento nel cuore di Brera, a due passi da Parco Sempione. Un luogo che non fu lei a scegliere: quando rientrò da New York, fu la sua assistente a indicarle quella casa «più piccola» rispetto alla precedente in largo Treves. Un ridimensionamento necessario, come confidò ad Aldo Cazzullo sul Corriere: era arrivata ad avere «trenta euro sul conto». Ma quella casa raccolta, luminosa, sarebbe diventata il suo piccolo mondo: ordinato, elegante, pieno di vita.

Ornella Vanoni, lo faceva sempre a mezzanotte, ecco cosa: il ricordo dei vicini
Nel soggiorno spiccavano opere d’arte di Arnaldo Pomodoro, Fausto Melotti, Alessandro Pianon. Ornella adorava i colori e al centro della stanza troneggiava un divano rosso, come certe sue interpretazioni: immediato, passionale, impossibile da ignorare. Accanto al camino, una scultura di Lothar Fischer; poco più in là, il tavolo da pranzo circondato da sedie chiavarine, scelte, raccontava lei, per la loro leggerezza e solidità. Era partita da quelle, “il primo pezzo da cui tutto il resto è seguito”. Il resto era venuto naturale: Ornella non trascinava con sé zavorre. Credeva che ogni casa avesse una propria anima, e che bisognasse rispettarla.


L’essenziale, i ricordi e una manciata di oggetti del cuore
Vanoni non amava accumulare: «Sono affezionata a pochissime cose», spiegava. Eppure, qualche traccia di vita la seguiva ovunque andasse: il frammento di Pomodoro, portato in casa sotto il suo stesso sguardo; le sculture di Melotti; i famosi pulcini di vetro di Murano comprati a un’asta negli Stati Uniti e già custoditi nella sua casa veneziana. Il resto, per lei, era futuro. Era ricominciare da capo ogni volta, con la leggerezza di chi non teme di lasciare qualcosa alle spalle.
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