Solidarietà dal mondo del giornalismo
In risposta all’accaduto, il sindacato dei giornalisti Rai, Usigrai, ha organizzato un presidio di solidarietà oggi alle 16 davanti alla sede di via Teulada a Roma. All’iniziativa hanno aderito anche Fnsi, Ordine dei Giornalisti, Associazione Stampa Romana e altri organismi di categoria. In una nota congiunta, si legge: “Un’iniziativa simbolica per difendere la libertà di stampa e dimostrare vicinanza a un collega che svolge un lavoro essenziale per la democrazia”.
Il presidio si colloca in un momento particolarmente delicato: l’esplosione rappresenta una minaccia non solo personale, ma anche per l’intera comunità giornalistica e per il principio stesso di informazione indipendente.

Il ruolo del linguaggio politico e la responsabilità delle parole
La vicenda riporta all’attenzione il tema della responsabilità nel dibattito pubblico. Floridia ha sottolineato: “Attacchi sistematici alla redazione di Report e al suo conduttore hanno contribuito a creare un clima ostile che può portare a gesti estremi. Serve un’inversione di rotta”. Il dibattito si focalizza sulla necessità di distinguere tra critica e delegittimazione, evidenziando come il linguaggio possa incidere sul contesto sociale e professionale dei giornalisti.
Le parole sembrano sempre troppo piccole di fronte a gesti così gravi e vili.
— Barbara Floridia (@FloridiaBarbara) October 17, 2025
A Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia va tutta la mia solidarietà e la più profonda vicinanza.
Fa male pensare che chi dedica la propria vita alla ricerca della verità debba essere colpito in questo… pic.twitter.com/fNuUHX52mo
ATTENTATO A @SigfridoRanucci SPAVENTOSO, INQUIETANTE SALTO DI QUALITÀ DOPO CAMPAGNA D'ODIOhttps://t.co/TF0zUOi0xQ
— USIGRai (@USIGRai) October 17, 2025
Riflessioni sulla libertà di stampa e conclusioni
L’attentato a Sigfrido Ranucci non può essere considerato un semplice fatto di cronaca, ma rappresenta un segnale di allarme per la libertà di stampa in Italia. Il gesto criminale colpisce un simbolo del giornalismo d’inchiesta e richiama una risposta ferma da parte delle istituzioni e dei sindacati.
Uscendo dalla caserma dei carabinieri, Ranucci ha ribadito il proprio impegno: “Io continuo a fare il mio lavoro. Non ho nulla da rimproverarmi. E non ho intenzione di fermarmi”. La vicenda invita a una riflessione sul valore dell’informazione libera e sulla necessità di tutelare chi, ogni giorno, svolge un ruolo fondamentale per la democrazia.