
Personaggi tv. C’è una storia che, negli ultimi giorni, ha acceso i riflettori sul mondo dello spettacolo e ha riacceso il dibattito su privacy, responsabilità e limiti del gossip. Una vicenda che intreccia sentimenti, ambizione, dolore e – inevitabilmente – lo scandalo. Al centro, una famiglia già ferita dalla separazione, una giovane modella apparentemente in cerca di notorietà, un nome ingombrante come quello di Fabrizio Corona e un rampollo milanese che ora, in un’intervista esclusiva a Novella2000, rompe il silenzio. Non per scrollarsi di dosso le responsabilità, ma per cercare, dice lui, di fare chiarezza. Senza però nascondere il coinvolgimento emotivo e il peso delle conseguenze. E mentre la Procura di Roma apre un’inchiesta per tentata estorsione ai danni di Raoul Bova, le parole di Federico Monzino gettano nuova luce su una vicenda che non ha ancora scritto la parola fine.
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Federico Monzino e l’inchiesta su Raoul Bova
La notizia, rilanciata da testate come Il Fatto Quotidiano e Corriere della Sera, ha fatto rapidamente il giro del web: la Procura di Roma ha aperto un’indagine per tentata estorsione legata ad alcuni messaggi privati che riguarderebbero Raoul Bova. Secondo la Polizia Postale, a inviarli sarebbe stato proprio Federico Monzino, pr 29enne della Milano bene. Ma lui smentisce ogni coinvolgimento diretto.
“Non ho mai scritto né inviato alcun messaggio a Raoul Bova”, ha dichiarato a Novella2000, “né ho mai cercato di contattarlo direttamente in nessun modo”.
Monzino racconta di aver ricevuto quei contenuti da Martina Ceretti, la modella coinvolta, e di averli poi inoltrati – con il suo consenso – a Fabrizio Corona, “unico destinatario”.
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Il dolore per Rocio Munoz Morales
Al di là dell’inchiesta, quello che colpisce nel racconto di Monzino è il tono contrito e personale con cui si rivolge a Rocio Munoz Morales, ex compagna di Raoul Bova e madre dei suoi figli:
“A lei, e a tutta la sua famiglia, vorrei dire che mi dispiace sinceramente per quanto accaduto”, ha spiegato nell’intervista rilasciata al direttore di Novella2000, Roberto Alessi. “Capisco quanto possa essere stata ferita e quanto questa situazione abbia influito sulla sua vita privata”.
“Non era mia intenzione coinvolgere persone innocenti o causare loro dolore. Sto facendo il possibile per fare chiarezza e assumermi la responsabilità delle mie azioni”.
Parole che, per tono e contenuto, sembrano cercare non l’assoluzione pubblica, ma un tentativo di distinguere colpe morali da quelle penali, in un contesto dove spesso la narrazione travolge ogni sfumatura.
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