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“I Meloni col prosciutto…”. Renato Zero contro Giorgia, l’attacco a sorpresa: è polemica

Renato Zero durante un'intervista, con sfondo neutro

“I Meloni col prosciutto…”. Renato Zero contro Giorgia, l’attacco a sorpresa: è polemica – Renato Zero, tra i protagonisti indiscussi della musica italiana, continua a far parlare di sé anche a 75 anni, età raggiunta lo scorso settembre. In occasione dell’uscita del nuovo album “L’OraZero”, pubblicato il 3 ottobre, l’artista romano ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera, in cui si è soffermato su temi personali, ricordi del passato, la situazione politica attuale e i suoi rapporti con personaggi noti del panorama artistico nazionale. Le sue parole, cariche di sincerità e taglienti osservazioni, hanno suscitato clamore soprattutto per alcune dichiarazioni rivolte all’attuale Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e per le sue riflessioni su Elly Schlein e il sistema politico.

“I Meloni col prosciutto…”. Renato Zero contro Giorgia, l’attacco a sorpresa: è polemica

Renato Zero si conferma una figura poliedrica, capace di alternare ironia e introspezione con grande naturalezza. “Quando scrivo certe frasi, certi testi, sono sicuro che c’è qualcuno che mi tiene la mano sulla testa. Mica è gratis eh. Prima o poi mi arriverà la fattura”, confida, lasciando trasparire quella vena spirituale che da sempre accompagna il suo percorso. L’artista, noto per la sua capacità di provocare e al tempo stesso di emozionare, non rinuncia a uno sguardo critico sulla società attuale, mantenendo un approccio lucido e diretto.

La sua carriera, iniziata oltre cinquant’anni fa, è costellata di successi, sperimentazioni e di un rapporto viscerale con il pubblico. Il brano Triangolorimane un simbolo del suo stile provocatorio, ma Zero sottolinea come la sua forza espressiva vada ben oltre la provocazione fine a sé stessa. “Una volta è successo davvero, ma ce n’era uno di troppo. Infatti canto: ‘Lui chi è?’”. Nel corso dell’intervista, emerge un ritratto complesso di un uomo che ha attraversato molteplici stagioni della vita e dello spettacolo, affrontando con coraggio amori perduti, amicizie indimenticabili e il trascorrere del tempo. Il suo racconto offre uno spaccato autentico sia della sua dimensione artistica sia di quella privata, sempre in bilico tra nostalgia e desiderio di rinnovamento.

Renato Zero in un momento di riflessione durante una performance
Zero

La morte, la spiritualità e il valore della memoria

Il tema della morte e della spiritualità occupa un posto centrale nelle riflessioni di Renato Zero. L’artista affronta il passare degli anni con una consapevolezza disarmante: “Più perdi le persone care, meno temi la morte”. Per lui, la fine della vita non rappresenta un abisso, ma piuttosto un passaggio inevitabile e naturale. “Se vuoi recuperarli, devi andare di là”, osserva, sottolineando come il ricordo degli amici scomparsi continui a vivere nei suoi pensieri e nelle sue esibizioni.

Sul palco, infatti, Zero porta idealmente con sé le figure che hanno segnato la sua esistenza e la storia dello spettacolo italiano: “Mimì, Lucio Dalla, Claudio Villa, e poi i grandi di Napoli: Totò, che chiamo con il vero nome, Antonio De Curtis, Pino Daniele, Troisi, Eduardo Scarpetta, Raffaele Viviani”. Anche coloro che non ha conosciuto personalmente, restano presenti attraverso il contributo che hanno dato alla collettività. “Hanno fatto tanto per la gente”, afferma con rispetto e gratitudine.

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