“Alice in Borderland” su Netflix, arriva sulla nota piattaforma di streaming la serie consigliata dopo la visione di “Squid game”. Grazie al grande successo riscosso da quest’ultima serie che ha raggiunto la prima posizione in Italia e regina sul trono delle serie più viste di sempre su Netflix, il pubblico si è sentito preso a tal punto da ricercare produzioni simili. Quella che più la ricorda per la trama, le tematiche e lo stile è “Alice in Bordeland”, anch’essa disponibile su Netflix. (Continua a leggere dopo la foto)
“Alice in Borderland”, scritta da Yoshiki Watabe, Yasuko Kuramitsu e Shinsuke Sato, quest’ultima è una serie movimentata e ricca di un’abbondante dose di suspense. Le sue otto puntate si guardano tutte in un batter d’occhio. Le prime seguono uno schema abbastanza classico di “un gioco a episodio”, poi cominciano ad inoltrarsi in una narrazione più complessa. E’ tratta dalla graphic novel “Imawa no Kuni no Alice” di Haro Aso ed è ambientata in Giappone, a Tokyo. Per gli amanti delle serie splatter, intrigo e che suscitano emozioni forti, questa è quella che fa giusto al caso.
“Alice in Borderland”, la trama
Tokyo, Giappone: è qui che vive il protagonista ovvero un giovane di nome Arisu. Quest’ultimo è appassionato ossessivamente per i videogiochi ed è così che passa la maggior parte della sua giornata. Un giorno, lui e i suoi due più cari amici, si trovano teletrasportati in una versione di Tokyo completamente diversa da quella a cui erano abituati. Qui, i pochi esseri umani rimasti, si trovano a sfidarsi continuamente in giochi letali per rimanere in vita. E’ con Usagi, giovane donna senza paura, che Arisu cerca di capire cosa ci sia dietro al gioco e come provare a uscirne.
Le differenze con Squid Game
“Alice in Borderland” è un survivor game estremamente cervellotico e i suoi partecipanti sono uomini e donne con diverse situazioni di vita, che sono costretti a concorrere e a sfidarsi per poter sopravvivere. “Squid Game”, a differenza, ha una trama meno complessa da capire e i partecipanti accettano volontariamente di giocare. In questa serie alternativa domina lo splatter e la violenza fisica, psicologica ed emotiva. I giochi necessitano di risoluzioni logiche, che non hanno nulla a che vedere con la forza fisica: vince il gioco chi riesce ad uscirne trovando una soluzione ragionata.
La vita dei partecipanti è messa a dura prova e spesso devono mettere in disparte amore ed amicizia per “salvare le proprie penne”. La serie è un’intervista alla mente umana su come reagisce vessata da stress e messa faccia a faccia con la morte: l’etica e i principi e umani rimangono invariati o c’è un momento in cui non si è più in grado di essere umani? “Alice in Borderland” non darà questo genere di risposte, ma inviterà lo spettatore ad effettuare una riflessione filosofica a riguardo.