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Addio a Sandro Giacobbe, chi sono e cosa fanno i figli Andrea e Alessandro

Andrea e Alessandro Giacobbe con il padre Sandro

Un silenzio commosso avvolge oggi la canzone italiana: se ne è andato Sandro Giacobbe, una voce gentile che per decenni ha raccontato amori, nostalgie e sentimenti con brani destinati a restare. Lascia tristezza nel mondo della musica che piange la sua scomparsa. Uomo appassionato, negli ultimi anni era stato colpito da malattia che aveva rallentato la sua attività ma non gli aveva mai fatto perdere la forza d’animo. Si è mostrato spesso in tv raccontando il suo percorso e ispirando tutti. Oggi a piangere la sua mancanza, oltre ai tanti fan e colleghi dello spettacolo, sono la moglie e i figli.

Un cantautore che ha segnato un’epoca

Sandro Giacobbe era tra quei pochi artisti capaci di trasformare emozioni e vicende personali in canzoni destinate a diventare parte della colonna sonora di generazioni. Il suo debutto discografico risale ai primi anni ’70, ma il vero successo arrivò nel 1974 con Signora mia, presentato al Festivalbar e protagonista delle hit‑parade italiane ed estere. Due anni dopo, con Gli occhi di tua madre, conquistò il terzo posto al Festival di Sanremo, consacrandosi come autore di melodie senza tempo.

Negli anni successivi, con brani come Sarà la nostalgia, Il giardino proibito e Portami a ballare, continuò a fare breccia nel cuore del pubblico, contribuendo a definire lo stile romantico e introspettivo della musica italiana degli anni ’70 e ’80. Ma Giacobbe non era solo musica: nella sua Liguria coltivava anche la passione per il calcio, diventando protagonista nella Nazionale Cantanti.

La malattia e il coraggio di mostrarsi vulnerabile

Negli ultimi anni, la malattia — un tumore diagnosticato già dal 2015 — aveva progressivamente ridotto la sua mobilità. In un’intervista del marzo 2025 a “Domenica In”, Giacobbe si mostrò in carrozzina, senza parrucca, in un momento di sincera onestà con sé stesso e con il pubblico. «I medici mi hanno assolutamente prescritto di non stare più in piedi… rischio che il bacino si spezzi», raccontò, descrivendo la sua nuova quotidianità.

La compagna di una vita, Marina Peroni, lo aveva sostenuto con forza, tra speranze e paure: «Le cose sono andate abbastanza bene fino a ottobre dell’anno scorso… poi le terapie, le difficoltà, anche la paura che tutto precipitasse». Nonostante le sofferenze, Giacobbe scelse di rendere pubblica la sua condizione come gesto di trasparenza e di speranza. «Questa situazione… per me è vita — aveva commentato — voglio mandare un messaggio di incoraggiamento a chiunque stia lottando come me».

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