
Milano si ferma per salutare Veronica Gaiani, 54 anni, una donna che ha dedicato la sua vita alla mobilità sostenibile. Non amava i riflettori, ma il suo lavoro silenzioso ha cambiato il volto della città. La sua scomparsa improvvisa lascia un vuoto immenso, non solo nella sua famiglia ma anche tra chi ha creduto con lei in una città più vivibile, a misura di bicicletta e di persone.
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La donna che ha fatto pedalare Milano
Responsabile per la ciclabilità all’Agenzia municipale ambiente e mobilità (Amat), Veronica ha guidato progetti che hanno ridotto l’uso delle auto private e promosso piste ciclabili e zone sicure per i cittadini. Non era solo tecnica: era visione, ascolto e capacità di costruire ponti tra istituzioni, associazioni e cittadini. Tutti la descrivono come una professionista discreta ma determinata, convinta che la bicicletta potesse davvero cambiare il futuro urbano.
Un’eredità che parla di futuro
Laureata al Politecnico di Milano, aveva scelto di restare nella sua città per renderla più verde e moderna. Zone 30, piste ciclabili, piani per la mobilità sostenibile: il suo contributo è stato riconosciuto da colleghi e attivisti. Ogni progetto portava con sé un’idea semplice ma rivoluzionaria: la qualità della vita passa anche dal modo in cui ci muoviamo. Oggi, la sua eredità non è solo fatta di opere concrete, ma di una cultura diffusa, che ha ispirato intere generazioni di tecnici e amministratori.
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