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Addio allo zio della campionessa italiana: torna dall’ospedale e muore tragicamente

daniele d'amato

Lutto per le atlete olimpiche Asia e Alice, le gemelle campionesse di ginnastica artistica. Lo zio Daniele D’amato è morto a causa di una diagnosi sbagliata in ospedale: l’uomo si era presentato ben quattro volte al nosocomio nel giro di tre giorni lamentando un forte mal di schiena, liquidato con accertamenti insufficienti e poi dimesso. Giorni dopo, scoperta la vera causa del dolore, è stato operato d’urgenza, ma a quel punto era già troppo tardi. La pm Francesca Rombolà ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di due medici in servizio al pronto soccorso quel giorno.

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Il vai e vieni dall’ospedale

Daniele D’Amato, zio della campionessa olimpica Alice, vincitrice della medaglia d’oro alla trave è morto il 1 giugno di tre anni fa, all’età di 48 anni. L’uomo si è presentato in ospedale di Genova il 23 maggio presentando forti dolori e alla schiena e pressione molto alta. Qui viene visitato da un medico a gettone che non riesce nemmeno ad accendere il sistema informatico, secondo quanto denunciato dai familiari. Dopo gli esami del sangue che avevano rilevato fra l’altro globuli bianchi in percentuale molto elevata e la pressione molto alta, all’alba, intorno alle 7 e mezza, Ore dopo D’amato torna nello stesso ospedale con l’elicottero lamentando dolore lombare che arrivavano fino alle gambe e uno stato di agitazione psicomotoria.

Al secondo accesso scrive il pm nella sua richiesta di rinvio a giudizio, il dottore ha omesso “di completare la raccolta anamnestica e l’esame obiettivo del paziente non eseguiti esaustivamente il precedente accesso per agitazione del paziente, omette altresì di eseguire ulteriori accertamenti e di ripetere gli esami del sangue, fissando errori ovviamente la diagnosi lombalgia muscolo-scheletrica senza approfondire il caso mediante osservazione clinica e l’esecuzione di ulteriori esami” . Dimesso intorno alle 13.30 dal pronto soccorso di Novi ligure, solo cinque ore dopo dello stesso giorno, alle 18.30 l’uomo si era presentato al pronto soccorso del San Martino di Genova. Qui gli erano stati fatti i raggi alla schiena e ancora una volta il paziente era stato dimesso sempre con la medesima diagnosi: lombosciatalgia e dimesso poco dopo le 21.

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