Il Codice della strada si sta adeguando e aggiornando. Un nuovo provvedimento è stato messo sul banco dei parlamentari per far approvare alla Camera una legge che tutela i diritti degli animali e dell’ambiente. Addio patente dunque a chi commette questo atto di crudeltà. Vediamo di cosa si tratta.
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La proposta contenuta nel pacchetto di emendamenti
“Mai più carrozzelle trainate da cavalli nel traffico della città, corridoi faunistici per proteggere gli animali selvatici (e nello stesso tempo anche gli automobilisti) nell’attraversamento stradale, sanzioni più pesanti, inclusa la sospensione della patente, per chi abbandona gli animali”. Questi sono i tre emendamenti al nuovo codice della strada presentati da Michela Vittoria Brambilla, deputata del gruppo di Noi moderati e prima firmataria, in qualità di presidente dell’intergruppo parlamentare per i Diritti degli Animali e la Tutela dell’Ambiente. “Misure di civiltà perché anche gli animali meritano tutela sulle strade dai pericoli che corrono“, ha detto ieri la Brambilla che poi aggiunge: “I nostri emendamenti contengono importanti misure di civiltà che gli italiani chiedono a gran voce da tempo; mi auguro che il Parlamento li sostenga“. (continua dopo la foto)
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Addio patente
Il tema sull’abbandono degli animali è stato affrontato alla Camera, Brambilla ha iniziato sottolineato il tema dei cavalli che ancora oggi, anche se in pochissima misura vengono sfruttati per trainare i turisti in giro per le città. Le carrozzelle regolarmente autorizzate in Italia sono 18 a Roma, 15 a Firenze, 10 a Palermo, 8 a Pisa, 2 a Lucca e una a Livorno. Per i titolari, la proposta di Brambilla è che i Comuni abbiano un anno di tempo per convertire le licenze e quindi condurre i turisti su mezzi a trazione elettrica. (continua dopo la foto)
L’emendamento contro l’abbandoni degli animali è finalizzato non solo per ridurre il fenomeno, ma anche per abbassare il numero di incidenti legati proprio al randagismo. La proposta quindi è di punire l’abbandono prevedendo sospensione della patente (che diventa revoca dopo la condanna definitiva) e fermo del veicolo fino a tre mesi. A questo giro di vite potrebbe sommarsi anche l’inasprimento delle pene, previste dalla proposta di legge depositata dalla deputata e all’esame della commissione Giustizia, che equipara l’abbandono al maltrattamento e quindi lo punisce più severamente: pena detentiva da 3 a 5 anni (oggi il limite è un anno) e multa da 5 a 30 mila euro. “Sono misure importanti, di civiltà – conclude Brambilla – che dimostrerebbero come l’Italia sia amica degli animali e promuova il rispetto dei loro diritti. L’adesione di deputati e senatori di tutti gli schieramenti ci fa ben sperare che sia l’occasione giusta“