
Si è spento a 76 anni Remo Girone, uno degli attori più amati e riconoscibili del panorama italiano, capace di lasciare un segno profondo nel teatro, nel cinema e nella televisione. Il suo volto resterà per sempre legato a Tano Cariddi, il personaggio ambiguo e spietato de La Piovra, ma la sua carriera è stata molto di più: un percorso artistico segnato da successi internazionali, momenti di fragilità e una lunga lotta contro la malattia. La notizia della sua scomparsa ha suscitato cordoglio nel mondo dello spettacolo e tra i fan, che lo ricordano come un interprete intenso e un uomo di rara sensibilità.
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Dall’Africa a Roma: le origini e la formazione
Nato ad Asmara nel 1948, quando l’Eritrea era ancora colonia italiana, Girone trascorse la sua infanzia in Africa fino all’età di tredici anni. Qui iniziò a cimentarsi con piccoli spettacoli teatrali e la scrittura di poesie, mostrando già una precoce vocazione artistica. A 14 anni si trasferì a Roma, dove completò gli studi e abbandonò l’università di economia per iscriversi all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”.
La sua carriera cominciò proprio a teatro, lavorando con registi del calibro di Luca Ronconi, Giorgio Strehler e Giancarlo Cobelli, fino ad affermarsi anche sulla scena internazionale. Da lì passò al cinema, con registi come Marco Bellocchio, Ettore Scola, Peter Greenaway e Tom Tykwer, costruendo un percorso variegato e di respiro europeo.

La consacrazione con La Piovra e i successi internazionali
Il grande pubblico lo consacrò grazie al ruolo di Tano Cariddi nella serie cult La Piovra, che tra gli anni ’80 e ’90 raccontò la lotta alla mafia e al potere corrotto. Il suo personaggio, spietato e glaciale, divenne un’icona televisiva e gli regalò una popolarità senza precedenti. Ma Girone non rimase intrappolato in quel ruolo: negli anni seppe reinventarsi con nuove sfide.
Tra i suoi lavori più recenti spiccano il ruolo di Enzo Ferrari nel film internazionale Le Mans ’66 e la partecipazione a The Equalizer 3 al fianco di Denzel Washington, dove ancora una volta dimostrò la sua capacità di imporsi con intensità e credibilità. Per il pubblico e per i colleghi era un attore completo, capace di adattarsi con naturalezza a palcoscenico, set televisivi e produzioni cinematografiche globali.
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