La mamma di Chiara Poggi rompe il silenzio
La notizia ha colpito duramente la famiglia della vittima. Rita Preda, madre di Chiara, ha espresso il suo dolore con parole lapidarie: “Speriamo solo di non incontrarlo mai“. Contattata telefonicamente dall’ANSA, ha aggiunto: “L’abbiamo saputo poco fa. Proviamo solo, ancora una volta, tanta amarezza“.
Già dal 2023, Stasi aveva ottenuto il permesso di lavorare all’esterno del carcere, svolgendo mansioni amministrative e contabili. In sede civile, ha raggiunto un accordo con la famiglia Poggi per un risarcimento di 700.000 euro, di cui circa la metà è stata già liquidata. Stasi si è impegnato a versare una quota mensile del suo stipendio, pari a un minimo di 9.000 euro l’anno, per coprire il restante importo. (continua dopo la foto)
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Le polemiche sulla semilibertà
La concessione della semilibertà di ha sollevato diverse polemiche. L’avvocato della famiglia Poggi ha sottolineato come il beneficio sia stato concesso nonostante Stasi non abbia mai ammesso le sue responsabilità, evidenziando che “succede solo a Bollate e per i detenuti “mediatici”“. La questione della resipiscenza, ovvero il riconoscimento del proprio errore, è spesso un requisito fondamentale per l’accesso a misure alternative alla detenzione.
Il delitto di Garlasco continua a dividere l’opinione pubblica. Mentre alcuni vedono nella semilibertà un passo verso il reinserimento sociale, altri la interpretano come una mancanza di giustizia per la vittima e la sua famiglia. La figura di Alberto Stasi rimane al centro di un dibattito acceso, simbolo di un caso che, a distanza di anni, non ha ancora trovato una piena pacificazione nella coscienza collettiva.