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Allarme nelle spiagge italiane: “Fate attenzione”. Cosa sta succedendo

Ogni anno sentiamo parlare di meduse nei nostri mari. In queste settimane l’allarme arriva dalle spiagge del Salento. Numerose sono state le segnalazioni da parte dei bagnanti “Fate attenzione, il mare è pieno“. “Non allontanatevi troppo”, l’ avvertimento dei genitori ai più piccoli. Da San Vito fino alle acque di San Pietro in Bevagna, nella provincia di Taranto, l’invasione della “Pelagia noctiluca” (conosciuta anche come medusa luminosa, ndr) ha reso difficili le vacanze dei turisti: qualcuno si è attrezzato con retini e secchielli per “catturarle” e portarle lontano dalla riva, altri, invece, sono stati vittime dei celenterati. Qualcuno per non rischiare ha preferito rimanere sotto l’ombrellone. L’importante, stando a ciò che ricordano gli esperti, è non ucciderle, poiché costituisce un reato. Allora come comportarci quando ne vediamo una e soprattutto, cosa fare in caso di puntura?

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Allarme meduse nei nostri mari

La medusa che riempi il mar Ionio è la “Pelagia Noctiluca”, meglio conosciuta con il nome di “medusa luminosa”, che, grazie alla bioluminescenza, la rende visibile anche nelle ore notturne. Si ciba di piccoli pesci che cattura tramite i suoi tentacoli e nei nostri mari ne fa da padrone. È facilmente riconoscibile grazie alla sua inconfondibile colorazione: un ombrello color marrone – rosato di un diametro di 10 centimetri, lucido, e con 8 lunghi tentacoli molto urticanti. Si tratta di una specie pelagia che vive in mare aperto, ma nei periodipiù caldi si avvicina alle coste italiane: dall’Adriatico allo Ionio fino alla Sicilia.

Per l’esperto zoofilo Andrea Lunerti, le meduse “invadono le nostre isole poiché trasportate dalle correnti e dai venti. In alcune stagioni e momenti dell’anno possiamo trovarne una maggiore concentrazione e questo ci impedisce di poter fare il bagno in mare. Se le acque sono calme – dice Lunerti al Messaggero – è facile impattare nei loro tentacoli, quando è mosso, invece – oltre ad evitare di entrare in acqua o allontanarsi dalla riva – è complesso individuare la presenza di questi animali invisibili“. (continua dopo la foto)

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Le meduse, quando lasceranno le nostre coste?

Non esiste una data specifica. Secondo l’esperto si tratta di una “concentrazione periodica – causata soprattutto dall’innalzamento delle temperature delle acque marine – e l’ondata terminerà quando questi eventi climatici ed ambientali (come la carenza di pesci o altri predatori, ndr) spariranno“. (continua dopo la foto)

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Ma come comportarsi in caso di puntura?

La puntura di questa specie di medusa provoca rossori, prurito e gonfiori, mentre per i soggetti più deboli o allergici può causare problemi di salute più gravi. I rimedi più efficaci – come consigliano dal Centro Antiveleni del Policlinico Gemelli – vanno dal risciacquo con dell’acqua calda (sulla zona colpita dalla puntura, ndr) all’applicazione di una crema anestetica per bloccare il prurito e la diffusione delle tossine. In caso di gonfiori in altri siti possono essere efficaci le creme cortisoniche o l’assunzione di un antistaminico per bocca. È fondamentale in caso di peggioramento consultare sempre un medico e mai ricorrere ai rimedi “fai da te” come l’ammoniaca, che potrebbero comportare un serio peggioramento della condizione. 

L’importante, come ricordano gli esperti, è non far loro del male, perché pescare le meduse, portarle fuori dall’acqua e poi ucciderle costituisce un reato come stabilisce l’articolo 544 ter del Codice penale: reclusione dai tre ai 18 mesi e multa dai 5mila ai 30mila euro.  

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