L’incontro di boxe di Angela Carini e Imane Khelif è durato pochissimo, appena 45 secondi. L’azzurra ha abbandonato il ring dopo aver subito due colpi al naso che le hanno fatto pensare fosse meglio ritirarsi. Un’esito, quello dell’attesissimo incontro, che ha alimentato le polemiche intorno alla figura di Imane Khelif. Ancora di più il fatto che a fine incontro non ci sia stato il saluto tra le due atlete. Perché Carini non ha salutato Khelif? Emanuele Renzini, direttore tecnico del pugilato azzurro, è intervenuto sulla vicenda. (Continua dopo le foto)
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Cos’è successo sul ring con ad Angela Carini
Emanuele Renzini ha raccontato che subito dopo il primo colpo al naso, Angela avrebbe dovuto tirarsi indietro. “Angela ha subito un paio di colpi pesanti, ha sentito dolore, mi ha detto ‘Maestro mi fa male il naso, non voglio continuare’. Quando si è avvicinata io non avevo capito, pensavo che avesse un problema al caschetto, e l’ho sistemato”. Poi è tornata a combattere e ha preso un nuovo duro colpo. “Lei mi ha detto ciò e mi ha preso di sorpresa. Le ho chiesto se voleva chiudere il primo round, ha provato qualche secondo, ma poi è venuta da me e ha detto ‘basta’ e a quel punto ho chiesto all’arbitro di interrompere il match”, ha spiegato il dt. Angela ha abbandonato l’incontro per non rischiare. “Ha subito un colpo talmente forte e ha capito che non avrebbe avuto la possibilità”. Ma l’incontro era equo o no? (Continua dopo le foto)
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L’incontro era equo? Le parole di Renzini
Intervistato da Fanpage, il dt ha spiegato che Angela Carini non pensava alle polemiche prima dell’incontro: voleva combattere e possibilmente vincere. Emanuele Renzini non ha parlato di equità o meno dell’incontro ma ha ammesso che la fisicità di Khelif è imponente. “Io non ho i titoli per giudicare. Questa ragazza l’ho vista anche perdere a volte. Non è imbattibile. Sfidarla è difficile, perché ha una fisicità imponente, che le dà un vantaggio oggettivo”, ha detto il tecnico, che poi ha spiegato perché dopo l’incontro Carini ha evitato di salutare l’avversaria.
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