
Le relazioni tra Stati Uniti e Venezuela si trovano a un nuovo biviocruciale. Secondo quanto riportato da fonti come il Miami Herald e il Wall Street Journal, l’amministrazione guidata da Donald Trump avrebbe pianificato una serie di attacchi militari mirati contro obiettivi strategici legati al regime di Nicolás Maduro. Le indiscrezioni parlano di un’azione “imminente”, da eseguire nel giro di ore o, al massimo, di pochi giorni.
L’operazione, secondo le informazioni trapelate, avrebbe come scopo principale quello di colpire il cartello della droga Soles, una potente organizzazione criminale accusata da Washington di essere controllata dallo stesso Maduro e dai suoi uomini più fidati. Dopo mesi di pressioni diplomatiche e sanzioni economiche, la Casa Bianca sembra pronta a passare dalle parole ai fatti.
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Obiettivi nel mirino e motivazioni dell’attacco
I raid, secondo le ricostruzioni dei media americani, sarebbero attacchi aerei chirurgici contro basi militari e infrastrutture utilizzate per il traffico di cocaina e fentanyl. Gli Stati Uniti accusano il regime di Caracas di alimentare un mercato internazionale di droga che raggiunge non solo il Nord America, ma anche l’Europa.
Il cartello Soles, secondo le stime americane, muoverebbe circa 500 tonnellate di cocaina l’anno, rappresentando una delle più grandi reti di narcotraffico al mondo. Distruggere i centri logistici del cartello significherebbe non solo colpire al cuore l’economia criminale del regime, ma anche mandare un messaggio politico fortissimo: “È tempo che Maduro si faccia da parte”.
Gli esperti militari parlano di un’azione di grande portata, che potrebbe cambiare radicalmente gli equilibri nella regione caraibica, già scossa da anni di crisi economica, povertà e repressione.
Le mosse militari degli Stati Uniti: il segnale nel Mar dei Caraibi
Il movimento delle forze armate americane conferma la tensione crescente. Una nave lanciamissili statunitense è stata avvistata nelle acque di Trinidad e Tobago, a pochissimi chilometri dalle coste venezuelane. Ufficialmente, si tratta di un’“esercitazione congiunta”, ma per molti osservatori è solo il preludio a un’operazione offensiva.
In parallelo, la portaerei Gerald Ford, una delle più moderne della flotta americana, sta facendo rotta verso il sud del continente, aumentando in modo considerevole la capacità di intervento immediato degli Stati Uniti nella zona. Questo schieramento di forze rappresenta un chiaro messaggio di potenza e una pressione diretta sul governo di Caracas, già isolato e indebolito.
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