Milano, le poche certezze e le domande senza risposta
Col passare del tempo, le informazioni su Aurora erano rimaste frammentarie. L’unica certezza riguardava la città in cui si trovava. «Sapevamo che era a Milano attraverso delle persone che l’avevano sentita e che ce lo hanno riferito», ha spiegato Ferdinando a Il Messaggero. Nient’altro. Nessuna idea chiara su come vivesse, se avesse trovato un lavoro, se fosse sola o accompagnata. «Quando l’abbiamo sentita l’ultima volta ci ha solo detto che stava bene e che non aveva intenzione di tornare a casa», ha ricordato. Alla domanda su un possibile malessere o su una relazione sentimentale, la risposta è stata netta: «Non ci ha mai detto niente del genere. Non glielo abbiamo chiesto, volevamo solo che tornasse qui a casa sua».

L’attesa più difficile e il viaggio che nessuno vorrebbe fare
Ora resta l’attesa, la più dolorosa. La famiglia è in contatto con i carabinieri, ma al momento non sono arrivate indicazioni definitive. «Immagino che dovremo andare a riconoscere il corpo di Aurora», ha detto Ferdinando a Il Messaggero, prima di interrompere la conversazione. «Non posso aggiungere altro, non ci riesco. Ora devo andare». Parole semplici, che chiudono un racconto fatto di silenzi, domande e di un dolore che non trova risposte.