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Bambini nel bosco, la decisione è appena arrivata: cosa succede

Due bambini nel bosco, simbolo della vicenda giudiziaria che coinvolge la famiglia

Nuovi sviluppi emergono nel caso della famiglia residente nel bosco a Palmoli, in provincia di Chieti, la cui vicenda aveva attirato l’attenzione nazionale per la sospensione della potestà genitoriale sui minori coinvolti. Dopo settimane di polemiche e accesi dibattiti tra sostenitori dei genitori e difensori delle decisioni del tribunale, la magistratura fa un passo chiarificatore. Proprio oggi, lunedì 25 novembre, è attesa una novità importante: la relazione della Procura generale, riporta il Corriere, arriverà nelle mani del ministro della Giustizia Carlo Nordio, che potrebbe decidere di inviare un’ispezione. Il caso resta al centro di attenzione politica e sociale, tra richieste di garanzie per il benessere dei minori e tensioni sul ruolo della magistratura.

Interno della casa in legno dove viveva la famiglia coinvolta nel caso dei bambini nel bosco

Tutela della salute e della vita di relazione dei minori

L’analisi condotta dal tribunale sul caso della famiglia nel bosco individua due aspetti centrali: la tutela della vita di relazione e della salute dei minori. Il giudice Claudio Cottatellucci, presidente dell’Associazione dei magistrati per i minorenni e la famiglia, spiega che i giudici hanno cercato di recuperare le funzioni genitoriali, ma senza ottenere risultati concreti. Dalla documentazione emerge come la coppia abbia mostrato una collaborazione limitata, nonostante i numerosi tentativi delle autorità di coinvolgerli e offrire supporto tramite i servizi sociali.

Bambini nel bosco, la decisione è appena arrivata: cosa succede

Sviluppi sul caso Trevallion- Birmingham: l’intervento del tribunale

L’istruttoria, durata 13 mesi, testimonia l’impegno profuso dal tribunale nel trovare soluzioni meno invasive. Tra le prescrizioni iniziali era prevista una valutazione neuropsichiatrica dei bambini, rifiutata dalla famiglia. I genitori hanno persino richiesto un compenso economico di 50mila euro per ciascun figlio in cambio dell’assenso alle visite specialistiche, un atteggiamento che, secondo il giudice, ha reso inevitabile un intervento più incisivo a tutela dei minori. Ma il giudice ha anche chiarito un aspetto fondamentale.

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