La verità sui soccorsi
Uno dei testimoni dell’accaduto, Salvatore La Rosa, che vive in una casa accanto alla fattoria dove i ragazzi erano in gita, ha parlato al Tgr Sicilia della vicenda, soffermandosi soprattutto sull’impegno delle educatrici per tentare di salvare il piccolo di 10 anni e sui successivi soccorsi. “La signora è scesa a mani nude la sotto, in attesa dei soccorsi“, ha detto. In merito ai soccorsi, invece, ha detto: “Sono arrivati dopo che saranno passate due ore, si sarebbe potuto evitare“. Secondo Salvatore, dunque, i soccorsi non sarebbero stati tempestivi. La morte del piccolo Vincenzo Lantieri di 10 anni forse poteva essere evitata. (Continua…)
Gli indagati
Per la morte del bambino di 10 anni caduto nel pozzo a Palazzolo Acreide sono stati iscritti nel registro degli indagati il proprietario del terreno in cui si svolgeva la gita e gli educatori che accompagnavano i bambini. Tra questi c’è anche Carmela Caligiore, la donna che, come spiegato dal testimone, ha provato a salvare il bimbo con le sue mani, seguendolo nel pozzo. L’iscrizione nel registro degli indagati pare sia un atto dovuto, come fa sapere la Procura di Siracusa. Nel frattempo si attende l’esito dell’autopsia sul corpo della vittima, in programma sabato. Nei prossimi giorni saranno ascoltate anche tutte le persone presenti nel campo estivo organizzato da una cooperativa sociale per bambini disabili Anfass. Secondo una prima ricostruzione, il bambino sarebbe salito sulla copertura del pozzo e avrebbe iniziato a saltare. Il chiavistello avrebbe ceduto e la copertura si sarebbe rotta.