Il prossimo 28 febbraio 2022 i benzinai di tutt’Italia potrebbero indire uno sciopero. La notizia ormai è nell’aria e attende di essere confermata definitivamente. Sarebbe un brutto colpo per milioni di italiani. Molti potrebbero essere costretti a rifornirsi in anticipo per evitare di restare a piedi il 28 febbraio 2022. (Continua dopo la foto…)
Benzinai, sciopero il 28 febbraio?
Lunedì 28 febbraio 2022 i benzinai italiani potrebbero scioperare. La notizia è nell’aria da qualche giorno e attende solo una conferma ufficiale da parte delle associazioni dei gestori dei servizi di rifornimento di carburanti. Lo sciopero, se dovesse essere indetto, sarebbe una protesta vera e propria contro il governo. Dopo il recente aggiornamento del Piano di ristrutturazione della rete delle aree di servizio in autostrada, le associazioni hanno denunciato diverse preoccupazioni sul tema delle concessioni dei servizi presso le aree autostradali. Le associazioni hanno inoltre avanzato le loro richieste. Le prossime ore potrebbero essere cruciali. (Continua dopo la foto…)
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La richiesta delle associazioni
Il prossimo 28 febbraio sulle autostrade i benzinai potrebbero attuare uno sciopero di massa. Dopo il recente aggiornamento del Piano di ristrutturazione della rete delle aree di servizio in autostrada, le associazioni dei gestori dei servizi di rifornimento di carburanti sulle strade a percorrenza veloce hanno criticato il governo sul tema delle concessionarie e dei diritti da suddividere con i gestori stessi. La richiesta delle associazioni è di ripristinare “un quadro regolatorio certo, capace almeno di contenere il più sfrenato sfruttamento privatistico ventennale, arbitrario e discriminatorio, di cui è stato fatto oggetto un bene di proprietà pubblica che, messo a reddito dai concessionari senza alcun controllo, lascia che allo Stato rimangano le molte responsabilità e i notevoli costi necessari a sanare i danni causati”.
Le contestazioni sono diverse: sui prezzi distribuiti per le autostrade, sui pedaggi delle concessionarie autostradali e sulle royalties a loro riservate, sul caro bollette. Le associazioni, “tenuto conto che migliaia di lavoratori, tra gestori e loro addetti sarebbero costretti a pagare un conto salato quanto ingiusto, dato dalla perdita delle loro attività e del loro reddito”, hanno annunciato lo stato di agitazione della categoria salvo novità in extremis da parte delle istituzioni.