
Nel calcio europeo è calato un silenzio diverso da quello che precede una grande sfida. Nelle ultime ore, infatti, è arrivata la notizia della scomparsa di Åge Hareide, figura di riferimento per più generazioni di calciatori e allenatori. Il suo nome è legato a una lunga storia di successi, rispetto e professionalità, che hanno lasciato un segno profondo non solo in Scandinavia ma in tutto il movimento calcistico internazionale.
Il vuoto lasciato da questo allenatore e prima ancora difensore non riguarda esclusivamente i risultati ottenuti sul campo, ma tocca la dimensione umana di chi lo ha conosciuto da vicino. Per molti ex giocatori, collaboratori e avversari, Hareide è stato un punto di riferimento costante, un uomo capace di unire rigore sportivo e attenzione alla persona. La sua scomparsa è stata accolta con cordoglio in numerosi Paesi, dal Nord Europa fino al Regno Unito.
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Addio a Åge Hareide: una vita dedicata al calcio
Åge Hareide è scomparso all’età di 72 anni, al termine di una malattia resa pubblica solo di recente: un tumore al cervello, affrontato con discrezione e dignità. La notizia della morte, datata 19 dicembre 2025, ha rapidamente fatto il giro dei principali media europei.
Nato in Norvegia, Hareide ha attraversato il calcio da protagonista, passando dal campo alla panchina con naturalezza. Si è costruito nel tempo la reputazione di gentiluomo della panchina, tecnico attento alla tattica ma anche al clima dello spogliatoio. La sua figura viene ricordata come quella di un professionista coerente e misurato.
Da difensore a tecnico: la carriera tra Inghilterra e Scandinavia
Prima di affermarsi come allenatore, Hareide è stato un difensore affidabile, apprezzato per senso della posizione e lettura del gioco. Nel corso della carriera da calciatore ha vestito anche maglie importanti del calcio inglese, tra cui Manchester City e Norwich, esperienze che hanno contribuito a formare il suo carattere agonistico.
Con la Nazionale norvegese ha collezionato 50 presenze, confermando continuità e solidità. Appesi gli scarpini al chiodo, ha guidato sette club e ricoperto il ruolo di commissario tecnico di tre nazionali scandinave: Norvegia, Danimarca e Islanda, a testimonianza della fiducia riposta in lui dal movimento nordico.
I risultati con le nazionali e il Mondiale 2018
Alla guida delle selezioni nordiche, Hareide ha valorizzato compattezza, organizzazione e spirito di sacrificio. Il suo approccio pragmatico ha reso le squadre difficili da affrontare anche contro avversari più quotati.
Il punto più alto del suo percorso è stato il ciclo con la nazionale danese, culminato con la qualificazione agli ottavi di finale ai Mondiali di Russia 2018. In quell’occasione la Danimarca si è distinta per solidità e coesione, consolidando l’immagine di Hareide come tecnico autorevole e affidabile.
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