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Caso Resinovich, cosa cercano gli inquirenti: spunta il giallo del “sosia”

Contraddizioni, nuove piste e vecchi sospetti

Il quadro si complica ulteriormente quando emergono contraddizioni nelle dichiarazioni di Visintin. Nei giorni della scomparsa, l’uomo avrebbe confidato ad amici che la moglie si sarebbe suicidata. Un’affermazione che stride con le successive battaglie per far luce sulla verità. Il legale di Visintin, Paolo Bevilacqua, ha spiegato così l’apparente incoerenza: “Sebastiano è stato travolto da questa vicenda, prima emotivamente e poi processualmente. Le sue contraddizioni lo rendono più credibile perché non ha un copione da seguire”.

Intanto, emergono dettagli inquietanti legati agli oggetti sequestrati: oltre 700 coltelli ritrovati tra i beni di Visintin, alcuni vestiti indossati il giorno della scomparsa e persino uno scaldacollo presente nella camera da letto. Quest’ultimo elemento potrebbe non essere secondario: la criminalista Sara Capoccitti aveva infatti sottolineato come, nei filmati di videosorveglianza, la donna che si crede essere Liliana indossi uno scaldacollo non ritrovato tra i reperti. (continua dopo la foto)

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Il giallo del sosia

Da qui prende piede un’ipotesi tanto insolita quanto inquietante: una sostituzione di persona. Un’ombra che richiama il caso di Isabella Noventa, dove una sosia venne utilizzata per depistare le indagini. Secondo l’amico di Liliana, Claudio Sterpin, e varie teorie circolate online, la donna ripresa il giorno della scomparsa non sarebbe affatto Liliana, ma un’altra persona che ne avrebbe preso il posto per coprire ciò che realmente accadde in casa Resinovich. Un’ipotesi che, al momento, non trova riscontri ufficiali nelle indagini, ma che alimenta il sospetto di un piano orchestrato con cura.

A rafforzare questa teoria, un’immagine che sta circolando sui social: una donna di Trieste fotografata accanto a Visintin, riconosciuta da molti utenti come la presunta sosia. Lei, però, smentisce categoricamente a Chi l’ha visto?: “Non so dove ci sia tutta questa somiglianza”, ha dichiarato, precisando di avere un alibi per il 14 dicembre 2021, giorno in cui era impegnata nella sua frutteria. Un luogo lontano dai luoghi chiave delle indagini, come via San Cilino, via Damiano Chiesa e piazzale Gioberti, dove la “Liliana” ripresa dalle telecamere è stata avvistata per l’ultima volta.

Il caso Resinovich, a quasi tre anni e mezzo di distanza, continua a lasciare molte zone d’ombra. Tra consulenze discordanti, oggetti mai sequestrati e il mistero di una possibile sosia, gli inquirenti sono chiamati a ricostruire un puzzle complesso in cui ogni dettaglio potrebbe fare la differenza.

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