
Nel misterioso caso di Liliana Resinovich, emergono nuovi dettagli che potrebbero influire significativamente sull’indagine. Dopo quasi tre anni dalla scomparsa della donna triestina nel dicembre 2021 e il ritrovamento del corpo il 5 gennaio 2022, l’attenzione degli investigatori si focalizza su alcuni hard disk che potrebbero contenere informazioni rilevanti. La scoperta di questi dispositivi è avvenuta recentemente, quando il marito della vittima, Sebastiano Visintin, li ha consegnati volontariamente a un amico fidato subito dopo la scomparsa di Liliana.
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Caso Resinovich: giorni cruciali per le indagini
I cinque hard disk, ora sotto l’esame della magistratura, avrebbero rivelato contenuti interessanti durante la trasmissione televisiva Quarto grado. Uno di questi dispositivi conterrebbe fotografie di Liliana insieme a Claudio Sterpin, l’uomo che afferma di aver avuto una relazione affettiva con lei. “Lui sapeva per filo e per segno quanto tempo passavamo assieme ed era al corrente di tutto”, ha dichiarato Sterpin, che verrà ascoltato ufficialmente nell’incidente probatorio fissato per il 23 giugno, un appuntamento cruciale che servirà a cristallizzare la sua versione dei fatti.
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Liliana Resinovich: nuove domande sugli hard disk
Numerose domande sorgono attorno a questi dispositivi informatici. Per quale motivo Visintin, ora indagato per omicidio volontario, avrebbe affidato file dichiarati personali a un amico nei giorni più critici? E perché alcune immagini erano archiviate in una cartella chiamata “Modigliani”, un titolo che sembra celare il contenuto? Tra queste foto, una del 1° gennaio 2013 ritrae Sterpin durante il tuffo di Capodanno a Barcola. Sebastiano Visintin ha sempre smentito ogni conoscenza pregressa di Sterpin e definito il rapporto tra lui e Liliana come puramente platonico. Tuttavia, la presenza di queste immagini suggerisce la possibilità di un monitoraggio da parte di Visintin.
Claudio Sterpin continua a dichiarare che lui e Liliana avevano una relazione che superava la semplice amicizia, con incontri settimanali pianificati e progetti di convivenza. Questo quadro contrasta con le affermazioni di Visintin, che ha sempre minimizzato la natura del loro rapporto e negato qualsiasi coinvolgimento nell’omicidio.
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