
“Catturata da Israele”: l’appello shock della deputata italiana – Benedetta Scuderi, eurodeputata dei Verdi, è tra i 22 cittadini italiani bloccati dalle forze militari israeliane durante un’operazione condotta contro la Global Sumud Flotilla. L’iniziativa aveva l’obiettivo di trasportare aiuti umanitari alla popolazione della Striscia di Gaza e denunciare il blocco navale imposto da Israele. La nave Morgana, su cui viaggiava anche Scuderi insieme ad altri attivisti, è stata fermata in acque internazionali e presa in consegna dai militari.


“Catturata da Israele”: l’appello shock della deputata italiana
Prima dell’intercettazione, la parlamentare aveva registrato un video diffuso successivamente sui social network, in cui dichiarava: «Se state guardando questo video è perché probabilmente sono stata fermata e catturata illegalmente da Israele». Nel filmato, diventato rapidamente virale, Scuderi denuncia: «Ci hanno intercettato in acque internazionali, hanno violato il diritto marittimo internazionale, hanno preso di mira persone civili che portano aiuti e lo hanno fatto impunemente». La deputata definisce l’episodio «un vero e proprio atto di pirateria», sottolineando la mancanza di tutela per le missioni umanitarie e la violazione delle convenzioni internazionali. Secondo quanto riportato dalla Flotilla, la nave trasportava medicinali, alimenti e forniture sanitarie per la popolazione di Gaza.
Scuderi e gli altri volontari partecipavano come osservatori civili, con l’intenzione di facilitare un corridoio umanitario e garantire il passaggio sicuro di beni di prima necessità.


Scuderi: “Abbiamo fatto ciò che i governi non hanno avuto il coraggio di fare”
Nel suo messaggio agli elettori, la deputata spiega la motivazione della partecipazione: «Abbiamo dimostrato che un mondo giusto è possibile e che siamo disposti a lottare per averlo». Scuderi accusa le istituzioni internazionali di inazione: «Abbiamo provato con i nostri corpi a fare ciò che i nostri governi non hanno fatto finora: creare un corridoio umanitario permanente e opporci al genocidio del popolo palestinese». Il senso della missione si fonda su una disobbedienza civile non violenta e sulla volontà di riportare l’attenzione internazionale sulla crisi umanitaria di Gaza.
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