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Chi era Giacomo Guidi, morto nell’incidente in parapendio

Le indagini e le verifiche tecniche

Le indagini sono affidate alla Compagnia dei Carabinieri di Borgo San Lorenzo, diretta dal capitano Francesco Ferrara, che ha disposto l’ascolto dei testimoni presenti e la verifica dell’attrezzatura utilizzata dal parapendista. Si attendono i risultati degli accertamenti tecnici per comprendere se vi siano stati eventuali malfunzionamenti o se la causa sia riconducibile esclusivamente alle condizioni meteorologiche.

Gli inquirenti stanno inoltre raccogliendo dati sulle condizioni del vento e sulle previsioni meteo del giorno dell’incidente, in modo da ricostruire con precisione il contesto in cui si è sviluppata la tragedia. L’obiettivo è quello di garantire chiarezza e trasparenza su quanto accaduto, a beneficio della sicurezza di tutti i praticanti.

Il profilo di Giacomo Guidi: esperienza e dedizione

Giacomo Guidi era impiegato come tecnico presso la Marposs di Bentivoglio e godeva di una solida reputazione tra i colleghi e gli amici per la sua professionalità e per l’impegno dimostrato in ogni attività. Aveva iniziato a praticare il parapendio circa tre anni fa, seguendo i corsi di una scuola specializzata e partecipando regolarmente a uscite e incontri con altri appassionati.

Nei giorni precedenti all’incidente, il giovane aveva esplorato con il suo parapendio anche le vette della Marmolada, documentando sui social network le sue esperienze e condividendo immagini suggestive dei panorami raggiunti. La sua attenzione ai dettagli e la costante ricerca di perfezionamento erano ben note all’interno della comunità del volo libero.

Oltre all’aspetto sportivo, Guidi era apprezzato per la sua personalità riservata e la disponibilità verso chiunque si avvicinasse al parapendio, offrendo consigli e condividendo la propria esperienza con i meno esperti. L’impegno nella formazione e nella sicurezza rappresentava per lui una priorità costante.

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Il dolore della comunità e il ricordo del giovane

La scomparsa di Giacomo Guidi ha profondamente colpito la comunità di Minerbio e l’ambiente del parapendio, dove il suo esempio resterà vivo tra coloro che lo hanno conosciuto come professionista, amico e sportivo. Il tragico incidente sottolinea quanto la pratica di sport estremi comporti un livello di rischio che non può mai essere sottovalutato, specie in territori difficili come l’Appennino tosco-romagnolo.

Le associazioni sportive locali e i colleghi di lavoro hanno espresso cordoglio e vicinanza alla famiglia, sottolineando il ruolo di Guidi come punto di riferimento e modello di dedizione. In molti ricordano la sua determinazione e la capacità di trasmettere entusiasmo per il volo, valori che resteranno patrimonio della comunità.

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