Chiara Petrolini, i dubbi sui genitori e le lacune di educazione
Paolo Crepet ha offerto una riflessione a 360 gradi sul caso dei bimbi sepolti a Traversetolo e le sue parole sono state riportate da “Il Messaggero”. Nella sua analisi, lo psichiatra prende in considerazione il ruolo dei genitori di Chiara Petrolini nella vicenda, spostandosi alle loro responsabilità educative.
Inoltre, il dottore prende in considerazione anche l’ipotesi che i genitori potessero essere al corrente che qualcosa non andasse, ma che non abbiano approfondito astenendosi dal fare luce sulla vita “segreta” della figlia. “Questi genitori, evidentemente, non hanno la più pallida idea di cosa vuol dire educare. – ha spiegato Crepet – Perché avrebbero finto? Comodità”. (Continua a leggere dopo la foto…)
“Avrebbe continuato”, l’agghiacciante ipotesi sulla serialità degli omicidi
“Nel mio ultimo libro “Mordere il cielo” lo spiego. – ha continuato il dottore – C’è un’assenza di regole familiari, di empatia. Un adolescente che non parla da due tre giorni a casa mia non sarebbe stato possibile. Se andava in parrocchia, vuol dire che anche questa ha fallito. Vuol dire che dentro la parrocchia non accade nulla che ti fa pensare. Chi ha distrutto l’infanzia sono le tecnologie digitali”.
Lo psichiatra ha poi continuato con una considerazione dolorosa, nel tentativo di spiegare la reiterazione del terribile gesto di Chiara Petrolini che per due volte ha partorito e seppellito il proprio figlio. “Perché due volte? – si legge nell’articolo de “Il Messaggero” – Avrebbe continuato a farlo, anche una terza volta. Si è fermata perché l’hanno scoperta, altrimenti avrebbe continuato” ha concluso.