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Chiara Poggi, due versioni differenti dalle Gemelle Cappa: chi era per loro

Il messaggio e la cortesia che non basta

Nonostante il distacco, Paola mostra un messaggio ricevuto da Chiara a giugno, poco tempo prima della tragedia. Un messaggio che, almeno in apparenza, potrebbe rappresentare un tentativo di riavvicinamento: «Basta un colpo di telefono», scriveva Chiara. Un’apertura, sì, ma che Paola interpreta come una forma di cortesia, non certo il segno di una relazione intensa o ritrovata. Quell’sms, se letto in controluce, può apparire come il gesto gentile di chi vuole mantenere un legame formale, ma non rivela l’esistenza di un rapporto realmente affettivo o profondo.

Il fotomontaggio delle tre cugine

C’è poi un altro dettaglio curioso e controverso: una fotografia diffusa dai media subito dopo la morte di Chiara, in cui lei appare ritratta insieme alle due gemelle. Una scena toccante, che sembrava raccontare una forte unione familiare. Peccato che quella foto fosse un fotomontaggio. A rivelarlo furono le stesse gemelle Cappa. Spiegarono che non esisteva alcuna immagine che le ritraesse tutte e tre insieme, così si decise di crearne una “bella e simbolica” da fornire ai giornali. Un gesto fatto in buona fede, secondo loro, ma che finì per generare ulteriori interrogativi. In un contesto mediatico e giudiziario in cui ogni dettaglio viene vivisezionato, anche una scelta apparentemente ingenua può alimentare sospetti, teorie e domande.

Il caso delle gemelle Cappa mostra quanto la memoria e la percezione siano soggettive, e come due persone cresciute insieme possano raccontare storie profondamente diverse. Chiara, nel loro ricordo, sembra assumere due identità diverse: quella di una ragazza dolce, empatica e solidale secondo Stefania, e quella di una persona chiusa, distaccata e solitaria per Paola. La verità, come spesso accade, potrebbe trovarsi nel mezzo. Ma resta il fatto che queste due testimonianze divergenti sono un frammento eloquente della complessità di un caso che ha segnato la cronaca italiana e che continua, a distanza di anni, a far riflettere su ciò che si cela dietro le apparenze familiari.

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