
“Ci ha lasciato anche lui”: l’Italia piange la scomparsa di un mito – Non cercava i riflettori, ma li meritava tutti. La sua matita ha attraversato decenni di fumetto, portando in scena eroi dell’avventura, misteri da risolvere, colpi di scena disegnati con una precisione che sfiorava l’eleganza. Con lui se ne va non solo un artista, ma una firma inconfondibile, che ha lasciato il segno in alcune delle serie più amate.

“Ci ha lasciato anche lui”: l’Italia piange la scomparsa di un mito
È morto lunedì 4 agosto, all’età di 79 anni, in quella Grottammare (Ascoli Piceno) dove si era ritirato nel 2000, dopo una vita trascorsa tra tavole, chine e sceneggiature. La notizia ha commosso il mondo del fumetto, ma anche chi aveva imparato a riconoscere il suo tratto senza bisogno di leggere la firma. A dare l’annuncio è stata Astorina, la casa editrice storica di Diabolik, che lo ha voluto ricordare con queste parole: «Ci mancherà certo il suo stile inconfondibile, ma anche la sottile ironia che lo portava a firmare le tavole nei punti più introvabili».

Dalla Bonelli a Diabolik: la carriera di Angelo Maria Ricci
Angelo Maria Ricci era uno dei più prolifici, versatili e amati disegnatori italiani. Nato a Rieti il 18 giugno 1946, dopo il diploma all’Istituto d’Arte, si era trasferito a Milano dove aveva mosso i primi passi nel mondo dell’illustrazione editoriale. Il debutto nei fumetti arriva nel 1972, con tascabili per adulti targati Edifumetto, sotto la direzione di Renzo Barbieri. Ma è negli anni ’80 che arriva la vera svolta: Ricci entra nella squadra della Sergio Bonelli Editore, disegnando il suo primo episodio di Mister No nel 1980. Due anni dopo, si unisce al team di Martin Mystère, dando un contributo fondamentale alla costruzione visiva del celebre “Detective dell’Impossibile”, firmando numerosi episodi fino al 1993.
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