
La donna è stata espulsa dalla Global Sumud Flotilla, la missione umanitaria diretta verso Gaza per portare beni di prima necessità e rompere l’assedio navale. Il motivo, spiegato dalla stessa cronista, sarebbe l’accusa di aver diffuso «informazioni sensibili» che avrebbero potuto compromettere la sicurezza del viaggio. «Non pensavo mi si potesse attribuire un’etichetta del genere – ha scritto – e invece sono stata considerata una giornalista pericolosa».
Leggi anche: Giorgio Armani, aperti i due testamenti: a chi andrà la sua eredità

L’invito e i primi attriti
La giornalista de La Stampa Francesca Del Vecchio racconta di essere stata invitata ad agosto da un’attivista conosciuta mesi prima, ricevendo il via libera della portavoce italiana della Flotilla, Maria Elena Delia. A partire da quel momento aveva iniziato a seguire la missione con una rubrica quotidiana su La Stampa, raccontando preparativi, regole e contraddizioni. L’arrivo a Catania, sede del training per i partecipanti, ha segnato le prime tensioni: la giornalista ha riferito di cellulari ritirati, perquisizioni e lunghe attese prima dell’inizio delle attività. Una cronaca che, a suo dire, non violava alcuna consegna, ma che ha alimentato sospetti tra gli organizzatori.

Le accuse di rivelare “informazioni sensibili”
Con il passare dei giorni, la diffidenza è diventata palpabile. Alla cronista è stato negato l’accesso ad alcune attività e, dopo la richiesta di assistere a un turno di sorveglianza notturna, è stata rimossa dalla chat ufficiale della missione. Poco dopo, un membro del direttivo le ha comunicato la decisione di allontanarla per aver divulgato notizie considerate rischiose per la sicurezza del progetto. «Ero incredula – ha scritto – ma ho cercato un chiarimento diretto con Delia, convinta che la crisi fosse rientrata».
Scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva