
Duplice omicidio dei coniugi Novak: le indagini
Le indagini hanno ricostruito un piano criminale in cui i Novak sono stati attirati con la scusa di un incontro d’affari da individui che si presentavano come potenziali investitori. L’obiettivo reale era accedere ai wallet di criptovalute intestati a Roman Novak, forzando la coppia a rivelare i codici d’accesso tramite violenza fisica e psicologica. Gli investigatori russi riferiscono di torture inflitte mentre marito e moglie venivano costretti ad assistere l’uno alle sofferenze dell’altro.
Dettagli choc dalle indagini: la trappola e le torture
Nonostante la crudeltà delle sevizie, una volta inseriti i codici, i portafogli digitali risultavano già svuotati: una beffa ulteriore che ha preceduto la fase più brutale della vicenda. I corpi di Roman e Anna sono stati smembrati e occultati in sacchi di plastica, trattati con sostanze chimiche per accelerare la decomposizione e cancellare ogni traccia di DNA. I resti sono stati rinvenuti nella zona impervia delle montagne Hajar, al confine con l’Oman.
Secondo le fonti investigative, i responsabili avrebbero pianificato ogni dettaglio logistico, utilizzando complici incaricati di affittare veicoli e locali per la detenzione, e provvedendo poi a disfarsi delle armi e degli effetti personali delle vittime. L’operazione, durata diverse ore, mostra una conoscenza approfondita sia delle procedure di polizia che delle tecniche di depistaggio.
Indagini internazionali e profili degli arrestati
L’inchiesta, avviata dopo la segnalazione di scomparsa da parte dei familiari, si è allargata rapidamente oltre i confini degli Emirati Arabi Uniti, coinvolgendo autorità russe e organismi investigativi internazionali. Il Comitato investigativo russo ha reso noto che tre cittadini russi sono stati arrestati a San Pietroburgo dopo il loro rientro dagli Emirati: si tratta dell’ex poliziotto Konstantin Shakht e dei due ex combattenti del conflitto ucraino Yury Sharypov e Vladimir Dalekin. I due militari hanno ammesso la loro partecipazione, mentre Shakht nega ogni addebito. Dal 28 dicembre i tre si trovano in custodia cautelare, mentre le indagini proseguono in entrambi i Paesi.
Gli inquirenti stanno ricostruendo le ultime ore della coppia. Dopo essere stati accompagnati dal loro autista personale a Hatta, Roman e Anna sarebbero saliti su un altro veicolo. In quei momenti, Novak inviava un messaggio drammatico: «bloccato sulle montagne al confine con l’Oman» e lanciava un appello per ricevere urgentemente denaro. Da quel momento, i telefoni cellulari dei coniugi sono stati localizzati in diversi Paesi: un tentativo deliberato di depistaggio orchestrato dai rapitori.
Gli sviluppi attuali e il quadro delle indagini
Le autorità stanno valutando la presenza di ulteriori complici, sia negli Emirati che in Russia, e non si esclude che la rete coinvolta possa avere ramificazioni in altri Paesi. Fonti investigative riferiscono che i sequestratori si sono avvalsi di strumenti sofisticati di comunicazione e occultamento, rendendo complesso il lavoro degli inquirenti. Gli inquirenti stanno anche analizzando i movimenti finanziari collegati alle piattaforme di criptovalute riconducibili ai Novak per individuare eventuali flussi sospetti di denaro e possibili riciclatori.
La comunità internazionale segue con attenzione l’evolversi della vicenda, che mette in luce non solo la vulnerabilità degli operatori del settore digitale, ma anche l’esistenza di rischi sistemici legati a investimenti e movimenti di capitali online. Il caso Novak rappresenta un tragico monito sui pericoli connessi a una visibilità troppo marcata e a un patrimonio digitale non adeguatamente protetto.
Le indagini sono ancora in corso e nuovi sviluppi sono attesi nelle prossime settimane, sia per quanto riguarda l’identificazione di ulteriori responsabili sia per il recupero di eventuali fondi sottratti. La cooperazione tra le forze di polizia internazionali sarà fondamentale per fare piena luce su un caso che ha scosso le comunità finanziarie e digitali a livello globale.