Covid, la nuova variante Nimbus
La variante NB.1.8.1 discende da XDV.1.5.1 e potrebbe essere più trasmissibile della variante dominante LP.8.1. I dati più recenti parlano di oltre mille sequenze caricate nella banca dati internazionale GISAID, provenienti da 22 Paesi. In Europa, la presenza di Nimbus è rapidamente aumentata, destando non poco allarme tra gli esperti della sanità.
Nimbus, con origini in Cina, è il risultato di un complesso processo di ricombinazione genetica. Questo fenomeno vede il virus adattarsi ricombinando tratti di diverse varianti per migliorare la sua capacità di evitare la risposta immunitaria e aumentare la trasmissibilità. In parallelo, l’attenzione si concentra anche su un altro lignaggio, XFG, recentemente studiato da ricercatori in Cina.
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La scoperta di un italiano
Dietro questa scoperta c’è il lavoro meticoloso di uno scienziato italiano, Federico Gueli, soprannominato il “cacciatore di varianti“. «Abbiamo notato alcune sequenze con mutazioni rilevanti – racconta – e quando un Paese comincia a caricarne di più, aumentiamo la sorveglianza». Con precisione e dedizione, Gueli e il suo team monitorano le nuove minacce virali, cercando di anticipare le mosse del virus.
Mentre in Italia la variante Nimbus non è ancora stata identificata, il sistema di sorveglianza resta vigile. Gueli, insieme ad altri “cacciatori di varianti”, continua a lavorare instancabilmente per monitorare e prevedere le mosse del virus, mantenendo alta la guardia contro una minaccia che non conosce confini.