Le parole del legale
L’avvocato della famiglia Poggi, Francesco Compagna, ha espresso il disappunto dei suoi assistiti per il riemergere di vecchi sospetti. “La famiglia Poggi è rimasta basita per quanto sta accadendo”, ha dichiarato. Compagna sottolinea come le indagini debbano rispettare i limiti giuridici e non riaprire ferite basandosi su ipotesi che, a suo avviso, non trovano fondamento nei dati raccolti finora.

Cosa cercano
Secondo alcune indiscrezioni i carabinieri starebbero cercando l’arma del delitto, ovvero il coltello con il quale l’assassino avrebbe ucciso Chiara Poggi. Le ricerche si starebbero concentrando in un campo che si trova in località Tromello, nelle vicinanze di una vecchia casa di corte. Le ricerche sarebbero state estese in un canale. L’arma sarebbe un attizzatoio. A fornire indicazioni sul luogo in cui sarebbe finita l’arma del delitto sarebbe stato un testimone, Marco De Montis Muschitta, che avrebbe parlato di una ragazza bionda in bicicletta che usciva da via Pascoli con in mano l’attizzatoio. Il testimone avrebbe però successivamente ritrattato l’intera testimonianza dandosi dello stupido davanti agli inquirenti.
La riapertura del caso non ha mancato di suscitare reazioni, specialmente da parte dei genitori di Chiara, che hanno sempre sostenuto la colpevolezza di Alberto Stasi. La loro posizione rimane invariata anche di fronte ai nuovi sviluppi, mentre il dibattito pubblico si intensifica nuovamente attorno a chi, e perché, abbia potuto compiere un gesto così efferato.