L’ombra della “vendetta populista”
Di Carlo non le manda a dire: quella che per Conte è stata una vittoria politica, per lui è una sconfitta dello Stato di diritto. E il rischio più grande, sostiene, è che si legittimi una cultura dell’illegalità, dove le istituzioni si piegano alle logiche del consenso e della propaganda. «Non meravigliamoci se in Italia prolifera l’illegalità», afferma il legale. «Perché quando lo Stato viola le sue stesse regole, dà il peggiore degli esempi». Una visione fosca, quella offerta da Di Carlo, che accusa le istituzioni di agire “come un branco, non come garanti della legge”.
Fontana e Montecitorio nel mirino
La battaglia non si limiterà ai tribunali. Il team legale dell’ex deputata ha già annunciato un’azione parallela in sede parlamentare. Verrà chiesta un’indagine ufficiale e un’audizione davanti al presidente della Camera Lorenzo Fontana, affinché venga fatta luce su quella che viene definita “una forzatura giuridica inaccettabile”. L’obiettivo? Disintegrare la sentenza e ribaltare l’impianto su cui si è basata. Una missione complicata, certo, ma che Ilona Staller, da sempre allergica alle convenzioni, sembra voler affrontare senza tentennamenti. La denuncia va oltre il caso specifico. Nelle parole di Di Carlo c’è un attacco frontale anche al governo in carica. Secondo il legale, il taglio ai vitalizi non ha prodotto alcun miglioramento concreto nei settori chiave del welfare, come la sanità o la giustizia. «Si è solo aumentato lo stipendio dei politici, come ha già fatto Giorgia Meloni», ha affermato, lasciando intendere che il taglio sia stato più un gesto di facciata che un reale atto di giustizia sociale. Insomma, la “crociata” di Cicciolina è appena cominciata. E promette di fare rumore, come del resto ogni suo ritorno sulla scena pubblica.
