I soccorsi sul sentiero: “Nessuno avrebbe potuto fare di più”
Quando i sanitari sono arrivati, hanno percorso di corsa gli ultimi cinque minuti di sentiero che li separavano dal punto esatto dell’accaduto. Ad attenderli, il bambino e il corpo del padre, già privo di conoscenza. Ogni tentativo di rianimazione si è rivelato vano.
A confermare la drammaticità della situazione è stato Giulio Trillò, direttore della Struttura Operativa Regionale Emergenza Sanitaria FVG, che ha dichiarato: «Nessuna persona avrebbe potuto fare di più. Il piccolo ha fatto tutto quello che era possibile fare». Parole che raccontano una tragedia ma, allo stesso tempo, un gesto eroico da parte di un bambino di soli dieci anni, che ha affrontato un dolore troppo grande per chiunque, figuriamoci per un bimbo.
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Il rientro con la mamma e il dolore che resta
Dopo il tragico evento, il bambino è stato raggiunto dalla madre, che lo ha riportato alla loro abitazione. La salma dell’uomo, dopo l’autorizzazione del magistrato, è stata recuperata e rimossa dal luogo della tragedia.
L’uomo, residente a Gorizia ma non originario del luogo, era nato nel 1976. Stava trascorrendo una tranquilla giornata con il figlio, probabilmente una delle tante escursioni che amavano fare insieme. Avevano scelto un percorso ad anello che partiva dalla base del Monte Calvario e si concludeva nel punto di partenza. Un sentiero familiare, un tragitto semplice, diventato scenario di una tragedia che segnerà per sempre la vita di un bambino.