
Un nuovo disegno di legge presentato da Fratelli d’Italia alla Camera dei Deputati propone una serie di misure volte a contrastare il fondamentalismo islamico e il separatismo culturale in Italia. Il provvedimento, articolato in diversi punti, affronta temi sensibili che coinvolgono la sicurezza pubblica, la tutela dei diritti civili e la regolamentazione delle pratiche religiose. Il testo, illustrato dalla deputata Sara Kelany insieme a Galeazzo Bignami e Francesco Filini, ha raccolto il sostegno del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, segno di un forte appoggio politico all’iniziativa.
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I punti chiave: dal velo integrale ai matrimoni forzati
La proposta punta a intervenire in modo deciso su alcune pratiche che, secondo i promotori, sarebbero incompatibili con i valori e le norme dell’ordinamento italiano. Tra i punti principali si evidenziano il divieto del velo integrale nei luoghi pubblici, la regolamentazione dei finanziamenti alle moschee e l’inasprimento delle pene per i matrimoni forzati.
“Questo progetto – ha dichiarato Kelany – serve a contrastare la nascita di enclave, vere e proprie contro-società, in cui si applicano regole che non hanno nulla a che vedere con il nostro ordinamento, e dove prolifera il fondamentalismo islamico”.
Divieto del velo integrale: sicurezza o libertà religiosa?
Uno degli aspetti centrali è il divieto del velo integrale – come niqab e burqa – in tutti i luoghi pubblici, comprese scuole, università e uffici pubblici. Secondo i promotori, non si tratta di limitare la libertà religiosa, ma di una misura per garantire sicurezza e coesione sociale.
La proposta si ispira ad altri Paesi europei, come Francia e Belgio, dove esistono già norme analoghe. In Italia, il fenomeno è limitato, ma secondo FdI serve una legge preventiva. Sono previste sanzioni amministrative e persino l’allontanamento dai luoghi pubblici in caso di violazioni ripetute.
I sostenitori del provvedimento insistono sul concetto di parità di genere, sostenendo che il velo integrale rappresenti una “barriera fisica e simbolica” all’integrazione delle donne nella società italiana.

Trasparenza nei finanziamenti alle moschee
Altro punto chiave: la trasparenza dei finanziamenti ai luoghi di culto islamici. Il testo impone obblighi di rendicontazione e tracciabilità dei fondi provenienti dall’estero, con l’obiettivo di contrastare la possibilità che denaro di origine opaca venga utilizzato per attività di radicalizzazione.
«Occorre controllare le fonti di finanziamento di luoghi che troppo spesso diventano centri di indottrinamento», ha dichiarato Delmastro. Le associazioni religiose dovranno pubblicare i bilanci e dichiarare la provenienza delle donazioni oltre determinate soglie. Negli ultimi anni, secondo il Ministero dell’Interno, i flussi di fondi esteri verso moschee italiane sono aumentati, in particolare dal Medio Oriente e dal Nord Africa.
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