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Elezioni regionali in Italia, il dato ufficiale é arrivato

Urne aperte in Toscana per le elezioni regionali

Le elezioni regionali in Toscana entrano oggi nella loro fase cruciale, con i seggi aperti fino alle ore 15 per permettere ai cittadini di scegliere il nuovo presidente della Regione e i 40 membri del Consiglio regionale. In lizza si confrontano tre principali candidati: Eugenio Giani per il centrosinistra, Alessandro Tomasi per il centrodestra e Antonella Bundu alla guida della lista “Toscana Rossa”. Gli aventi diritto al voto sono circa tre milioni, distribuiti in 3.922 sezioni elettorali, un dato che evidenzia l’ampiezza della consultazione in corso.

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Seggi elettorali in Toscana durante le regionali

Affluenza in calo: un segnale di disaffezione

Il primo dato che balza all’occhio è quello della bassa affluenza. Alla chiusura dei seggi nella prima giornata, domenica 12 ottobre alle 23, solo il 35,7% degli elettori si è recato alle urne, segnando un calo di circa dieci punti rispetto al 2020, quando la partecipazione era arrivata al 45,8% nello stesso arco temporale.
Un dato che si colloca tra i più bassi nella storia delle regionali toscane e che potrebbe incidere in modo decisivo sull’esito della consultazione.
Nel 2020 la concomitanza con il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari aveva contribuito a portare l’affluenza complessiva fino al 62,6%. Quest’anno, invece, l’assenza di un evento nazionale di pari rilievo e un clima politico frammentato hanno contribuito a raffreddare ulteriormente la partecipazione, in particolare tra giovani e moderati.

Astensionismo e crisi della partecipazione civica

Politologi e osservatori hanno sottolineato come l’astensionismo sia ormai un fenomeno strutturale, anche nelle regioni tradizionalmente più attive sul piano civico come la Toscana.
Il rischio principale riguarda la legittimazione degli eletti e la rappresentatività delle istituzioni regionali, sempre più messe in discussione da un elettorato distante e disilluso.
Le immagini dei seggi semi vuoti raccontano una realtà che preoccupa: la distanza tra politica e cittadini sembra crescere, alimentata da sfiducia e mancanza di entusiasmo verso le proposte dei partiti.

Una campagna dai toni civili e un confronto sui contenuti

Nonostante la scarsa partecipazione, la campagna elettorale si è distinta per toni moderati e un clima di rispetto reciproco tra i candidati. Nei dibattiti pubblici organizzati, tra cui quello del Corriere Fiorentino, Giani, Tomasi e Bundu hanno scelto di concentrarsi su temi concreti come sviluppo economico, tutela ambientale, innovazione e sanità pubblica, evitando scontri personali.
Una novità rispetto al passato, dove la comunicazione elettorale era spesso segnata da polemiche e contrasti accesi. Questa impostazione ha permesso agli elettori di conoscere meglio i programmi e le priorità in campo, favorendo un confronto più costruttivo e meno ideologico.

Gli equilibri nei principali schieramenti

Nel centrosinistra, l’attenzione è rivolta ai risultati di Avs e Casa Riformista, in competizione per consolidarsi come seconda forza dopo il Partito Democratico. All’interno della coalizione, anche il Movimento 5 Stelle osserva con interesse l’esito di un’alleanza giudicata da molti “sofferta” ma decisiva per la tenuta del fronte progressista.
Sul versante opposto, il centrodestra punta su Alessandro Tomasi, sostenuto da una coalizione che include Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia.
La presenza di Roberto Vannacci, generale e volto noto della Lega, ha però introdotto una dinamica di competizione interna, soprattutto nel tentativo di attrarre l’elettorato più identitario. Da segnalare anche la lista civica “È Ora!”, legata a Tomasi, che mira a conquistare i voti centristi e indecisi.

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