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Elisa Claps, il fratello Gildo rompe il silenzio sull’arcivescovo Ligorio

Social. Elisa Claps, il fratello Gildo rompe il silenzio sull’arcivescovo Ligorio. Elisa Claps è scomparsa dalla sua città natale il 12 settembre 1993. Della ragazza da quel momento in poi non si seppe più nulla per diciassette anni, fino a quando il suo cadavere è stato rinvenuto nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza il 17 marzo 2010. Le indagini hanno confermato che la morte della giovane è avvenuta lo stesso giorno della sua scomparsa e hanno identificato l’assassino in Danilo Restivo. In questi giorni, Gildo Claps , fratello di Elisa , si è detto amareggiato dopo l’intervista rilasciata al Corriere dall’arcivescovo Salvatore Ligorio. (Continua a leggere dopo la foto)

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Elisa Claps, il fratello Gildo rompe il silenzio sull’arcivescovo Ligorio

Gildo Claps, fratello di Elisa, si è detto amareggiato dopo l’intervista rilasciata al Corriere dall’arcivescovo Salvatore Ligorio. L’alto prelato ha escluso ogni coinvolgimento della Chiesa nell’occultamento del corpo della ragazza, ritrovato nel sottotetto della Trinità, nel 2010, dopo diciassettenne anni dalla scomparsa. Ma si è detto pronto a ricomporre il dialogo con la famiglia Claps. Gildo, sempre alle pagine del Corriere, ha dichiarato: “Impossibile ricucire. La riconciliazione con la Curia di Potenza e, soprattutto con Ligorio, è impraticabile. Solo l’intervento del Santo Padre potrà aprire uno spiraglio di ragionevolezza per trovare una via d’uscita. Noi parleremo solo con i livelli più alti del Vaticano per chiudere questa storia. Non riconosciamo nessun ruolo alla Chiesa di Potenza”. (Continua a leggere dopo la foto)

Le sue parole su un presunto risarcimento chiesto alla Curia

Sulla storia della richiesta di un presunto risarcimento chiesto alla Curia, Gildo Claps, alle pagine del Corrire, ha dichiarato: “È vergognosa questa affermazione. La nostra era solo una provocazione, per inchiodare la Chiesa alle sue responsabilità. Non volevamo soldi e non era certo una richiesta di composizione amichevole utile ad evitare strascichi polemici. Li tranquillizzo. Se hanno timore che nel momento in cui dovessero ammettere le loro responsabilità possano essere chiamati a risarcire, noi non avanzeremo nessuna pretesa economica. Facessero come ho fatto io: ho devoluto per intero il mio compenso per la consulenza alla sceneggiatura della fiction Per Elisa al progetto Il cuore di Elisa nel cuore dell’Africa. Dimostrerebbero finalmente un volto umano e cristiano, visto che fino adesso non sono riusciti a farlo”.

Poi ha aggiunto: “La manifestazione di sabato, con migliaia di ragazzi che hanno sfilato per chiedere ancora una volta verità e giustizia per Elisa, pensavo potesse in qualche modo servire ad abbassare i toni e le polemiche per consentire di sanare una ferita che ha spaccato la città. Invece le parole di Ligorio, sono riuscite a sporcare anche la bellezza della piazza. Hanno combinato un pasticcio con le loro dichiarazioni dopo il ritrovamento del corpo di Elisa. Continuano a costruire muri e fanno un’opera di rimozione sistematica della verità, con una sequela infinita di menzogne. […] Loro hanno una sola verità assoluta ed è quella che dicono loro. Continuano a difendere don Mimì Sapia: hanno anche affisso una targa dentro la Trinità, mentre per Elisa non c’è un ricordo”.

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