
Il caso di Emanuele De Maria ha sollevato un acceso dibattito riguardo alla concessione del lavoro esterno ai detenuti. La richiesta di De Maria di poter lavorare fuori dal carcere è stata oggetto di discussione. Adesso però il suo avvocato ha deciso di rompere il silenzio.
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Emanuele De Maria, prima l’accoltellamento poi il suicidio
Negli ultimi giorni, Emanuele De Maria, un uomo di 35 anni precedentemente condannato per omicidio, è stato al centro di un tragico evento a Milano. Domenica 11 maggio 2025, De Maria è deceduto dopo essersi lanciato dalla sommità del Duomo di Milano, precipitando per decine di metri. Testimoni oculari hanno riferito che durante la caduta ha sfiorato un bambino, che fortunatamente non ha riportato ferite. Nonostante l’intervento tempestivo dei soccorsi, De Maria è stato dichiarato morto sul posto.
Al momento dell’incidente, De Maria era ricercato dalle autorità per il presunto accoltellamento di un collega, Hani Fouad Abdelghaffar, avvenuto venerdì 9 maggio. De Maria stava scontando una pena detentiva di 15 anni per un omicidio commesso nel 2016, ma era stato autorizzato a lavorare come receptionist presso l’Hotel Berna di Milano nell’ambito di un programma di semilibertà. Su questo argomento si è accesa una discussione e il suo avvocato ha deciso di rompere il silenzio. (Scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva…)