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Emanuele evaso e in fuga, è giallo sulla collega scomparsa: cosa emerge su loro due

Un passato violento: chi è davvero Emanuele De Maria

Il nome Emanuele De Maria è noto alle cronache. Nel 2016, a Castel Volturno, uccise brutalmente Oumaima Racheb, 23 anni, tunisina, sgozzandola in una stanza d’hotel frequentata da spacciatori e prostitute. Dopo l’omicidio, De Maria si diede alla latitanza, finché nel 2018 fu arrestato in Germania e successivamente estradato in Italia. La condanna definitiva per omicidio volontario aggravato lo portò nel carcere di Bollate. Nonostante la sua pericolosità e un precedente così grave, era stato ammesso al lavoro esterno come receptionist proprio all’hotel dove ora è avvenuta l’aggressione. Secondo fonti investigative citate da Adnkronos, l’accoltellamento di Hani Nasr ricalca esattamente il modus operandi del suo primo delitto: arma bianca, ferite profonde al collo, esecuzione rapida. Il che solleva interrogativi pesanti sulla gestione del rischio da parte delle autorità penitenziarie.

La fuga e le indagini: l’Italia cerca risposte

Ora De Maria è in fuga, ed è ricercato in tutta Italia. Le forze dell’ordine stanno analizzando i filmati delle metropolitane, i tabulati telefonici e ogni traccia utile a rintracciarlo. Si cerca anche Chamila, scomparsa nel nulla da più di 48 ore. Il sospetto che possa esserle accaduto qualcosa di grave cresce ogni ora. L’opinione pubblica si interroga su come un condannato per femminicidio possa aver avuto accesso a un lavoro esterno, senza un controllo adeguato. Le indagini puntano anche a chiarire le dinamiche relazionali tra i tre colleghi, che potrebbero celare gelosie, tensioni o legami nascosti. Al momento, gli inquirenti non escludono alcuna pista. Una fonte vicina all’inchiesta afferma: “Stiamo lavorando contro il tempo, sia per catturare De Maria sia per ritrovare viva Chamila. La priorità è capire cosa è successo dopo quell’incontro di venerdì”.

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